Ormai ogni aspetto della vita quotidiana e professionale passa inevitabilmente sui social network e la dichiarazione dei redditi 2016 non poteva esserne esente: negli ultimi giorni tra gli argomenti maggiormente presenti su Twitter troviamo proprio il 730 precompilato 2016. Gli Italiani si stanno scambiando online opinioni, dubbi, esperienze, sulla dichiarazione dei redditi precompilata.
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Molti segnalano la presenza nel modello 730 precompilato di dati imprecisi o di proprietà inesistenti, altri la necessità di recarsi dal commercialista o dal CAF per mancanza della precompilata, altri ancora dicono di aver ricevuto la dichiarazione corretta e di essere riusciti ad inoltrarla al Fisco in tempi molto rapidi.
Interessanti alcuni tweet che fanno notare come la necessità di integrare la dichiarazione dei redditi precompilata e, quindi, il dover ricorrere a CAF o commercialisti rappresenti un costo tale da arrivare in certi casi anche a neutralizzare le detrazioni fiscali. Ad esempio in caso di detrazione fiscale per una spesa di ristrutturazione edilizia pari a 800 euro, il costo del CAF (50 euro) per compilare la dichiarazione risulterebbe superiore all’importo recuperato (40 euro essendo la detrazione del 50% spalmata su 10 anni).
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L’anno scorso soltanto il 5% dei contribuenti coinvolti dalla rivoluzione della dichiarazione dei redditi precompilata sono riusciti ad inviare il modello 730 senza correttivi di qualsiasi tipologia. Chissà se quest’anno, grazie alle maggiori informazioni in possesso del Fisco inserite nella dichiarazione, tale percentuale salirà di qualche punto.
Secondo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, le dichiarazioni già inviate direttamente dai contribuenti, al 9 maggio risultano circa 170mila mentre ai CAF e agli intermediari sono state delegate circa 8,5 milioni di 730. In generale, dal 15 aprile al 9 maggio:
“hanno acceduto all’applicazione dedicata alla dichiarazione precompilata circa 1,4 mln di persone” e il 57% dei contribuenti che si è collegato alla dichiarazione precompilata lo ha fatto tramite le credenziali dell’Agenzia delle Entrate, mentre il 35% ha utilizzato il PIN dell’INPS”.
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