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Aziende, incentivi INPS da restituire

di Francesca Vinciarelli

12 Maggio 2016 10:00

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Pugno duro contro i contributi non versati, le indebite indennità di disoccupazione e i rapporti di lavoro fittizi: 60mila aziende nel mirino dell'INPS.

Ammontano a 600 milioni di euro gli sgravi INPS non spettanti a 60mila aziende previsti dalla Legge di Stabilità, pari ad 8mila euro per ogni assunzione a tempo indeterminato, per le assunzioni di circa 100 mila lavoratori nell’ultimo triennio, che però non ne avevano diritto. Di questi 400 milioni di euro verranno recuperati dall’INPS entro il 2016, secondo le stime/obiettivo dell’Istituto effettuate sulla base dei recuperi e delle mancate erogazioni di prestazioni inibite dall’INPS tra il 2014 ed il 2016.

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Dei 600 milioni di euro stimati, 100 milioni di euro provengono dal recupero di contributi e 500 milioni di euro dal maggiore gettito futuro derivante dal fatto che le aziende non usufruiranno più dello sgravio dal momento del controllo e pagheranno la contribuzione intera. Secondo quanto rilevato dall’INPS in fase di verifica delle posizioni di un milione e mezzo di assunti nel 2015, nella maggioranza dei casi si tratta di indennità di disoccupazione teoricamente concessi a 50 mila persone sulla base di rapporti di lavoro in realtà solo fittizi.

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Il presidente dell’INPS, Tito Boeri, spiega:

«Abbiamo investito sulla vigilanza documentale, incrociamo i dati delle nostre banche dati con quelli dell’Agenzia delle entrate e del Ministero del Lavoro, vogliamo intervenire ex ante, prima che si verifichino comportamenti omissivi. Vogliamo fare un’operazione di deterrenza».

La direttrice delle entrate INPS, Gabriella di Michele, sottolinea come, grazie a questo incrocio di dati:

«Nel 2014-2015 abbiamo identificato 700 aziende fittizie e le abbiamo bloccate e 30mila finti lavoratori le cui posizioni sono state annullate. Nel 2016 contiamo di arrivare al 50% in più, quindi 500 aziende e 20mila lavoratori per un mancato esborso di 160 milioni».

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Boeri conclude ricordando che:

«Il contrasto all’omissione, elusione ed evasione contributiva può dare un contributo molto importante alla riduzione del debito pubblico in Italia. Spesso questi fenomeni sono infatti legati al nero e all’evasione fiscale. Nell’ultimo anno abbiamo investito molto sulla vigilanza documentale e sull’incrocio dei dati delle diverse banche dati».