Tra le soluzione per garantire un Fisco più leggero alle imprese e, di conseguenza, sostenere l’attività produttiva e d’impresa, il Governo sta studiando la possibilità di introdurre una “flat tax” per le PMI, una tassa proporzionale riferita generalmente alle imposte sul reddito personale o familiare da rivisitare per applicarla alle imprese. Da una parte l’obiettivo è di semplificare il sistema, dall’altra di ridurre il prelievo, sempre salvaguardando i vincoli di finanza pubblica.
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Di fatto quello che si vuole fare è allineare il prelievo su piccole imprese, imprese personali e società di persone (oggi sottoposte a tassazione progressiva) e quello sulle imprese di capitale (sottoposte a tassazione proporzionale, quindi fissa), senza distinguere tra le diverse forme giuridiche. L’imposta di riferimento anche per le imprese personali che lasciano utili in azienda dovrebbe essere l’IRES.
Oltre alla flat tax, tra le misure da inserire nel nuovo decreto legge sulla “Finanza per la crescita 2.0” in lavorazione tra Palazzo Chigi, MEF e MiSE ci sono anche l’introduzione del criterio di tassazione per cassa, l’aumento della percentuale di deducibilità dell’IMU sui capannoni, la definizione dell’autonoma organizzazione per dare certezza alle micro imprese sull’esclusione dall’IRAP, un nuovo pacchetto di semplificazioni con un correttivo alla delega fiscale o con misure ad hoc da inserire nel DL.