Tra IMU, IRAP, IRPEF e TASI, i cittadini e le imprese italiane vedono sparire gran parte delle loro entrate: ma quali sono le città più tartassate dal Fisco? A fornire la mappa nazionale è un’indagine realizzata dal Centro studi di Unimpresa sulla base dei dati provenienti dall’Agenzia delle Entrate, dalla Corte dei Conti e dal Dipartimento Finanze.
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Fisco locale
Secondo la “Mappa del Fisco locale”, sono sette le città caratterizzate dalle le aliquote fiscali più alte che gravano sia sulle imprese sia sulle famiglie: Roma (d0ve si paga il 4,82% di IRAP, il 4,23% di addizionali IRPEF, l’1,06% di IMU), Torino (4,13% di addizionali IRPEF, 1,06% di IMU e 0,33% di TASI), Napoli (4,97% di IRAP, l’1,06% di IMU e lo 0,33% di TASI), Genova e Bologna (3,13% di addizionali IRPEF, 1,06% di IMU e 0,33% di TASI), Ancona (4,73% di IRAP, 1,06% di IMU e 0,33% di TASI) e Campobasso (4,97% di IRAP, 3,43% di addizionali IRPEF, 1,06% di IMU).
Venezia isola felice
A Venezia il prelievo fiscale è inferiore alle soglie più alte: 3,90% di IRAP, il 2,03% di addizionali IRPEF, 0,81% di IMU e lo 0,29% di TASI.
«Ci sono troppe differenze a livello territoriale – afferma il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – per quanto riguarda il prelievo fiscale e si tratta di differenze che non aiutano la ripresa così come gli investimenti delle imprese. Serve un ragionamento complessivo, che il governo dovrà fare quando, auspichiamo al più presto, vorrà lavorare a una serie riforma tributaria che deve essere organica.»