Il Governo intende abolire gli studi di settore per i professionisti, considerandoli uno strumento superato: il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, lo ha annunciato davanti alla platea dei commercialisti riuniti a Torino per il convegno nazionale su Fisco e partecipate. Gli studi di settore, ha spiegato Casero,
«hanno aiutato molto l’adesione spontanea alle richieste fiscali, ma come tutti gli strumenti che invecchiano hanno bisogno di un restyling».
E il governo sta preparando una proposta organica di riforma entro l’estate.
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L’obiettivo è quello di favorire il rilancio delle professioni, penalizzate dalla crisi economica. Fra i capitoli ancora da risolvere, quello delle coperture finanziarie. In generale, il viceministro sottolinea la strategia dell’esecutivo all’insegna di un alleggerimento della pressione fiscale che vada di pari passo con la sburocratizzazione.
Fra le misure su cui si punta maggiormente, c’è quella relativa alla fatturazione elettronica, già obbligatoria verso la PA e che dal 2017 viene incentivata anche fra privati.
Fra le richieste dei commercialisti, una legge per la pax agostana dagli adempimenti (sospensione dei termini nel mese di agosto), che non renda necessario intervenire con proroghe anno per anno, e la deducibilità delle spese per la formazione professionale continua.