Tassa ascensori peggio di TASI, facciamo chiarezza

di Barbara Weisz

29 Febbraio 2016 09:51

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Per Confedilizia, tassa ascensori più cara della TASI ma per il Governo i controlli sono solo su impianti vecchi e le spese da sostenere non così alte oltre che detraibili.

Nessuna tassa ascensori, solo controlli sugli impianti più vecchi, in recepimento delle direttive Ue, con le spese che comunque sono detraibili e certo non vanificano l’eliminazione della TASI: risponde così il Ministero dello Sviluppo Economico a Confedilizia, che lancia l’SOS per una sorta di tassa ascensori inserita in un decreto di prossima approvazione, chiedendo all’esecutivo di toglierla. Si tratta di una verifica straordinaria degli ascensori esistenti relativa a una nuova serie di requisiti minimi di sicurezza. Un adempimento a cui sono tenuti anche gli ascensori perfettamente a norma, e che secondo Confedilizia potrebbe comportare spese, per i proprietari di casa, anche superiori a quelli risparmiati i seguito all’abolizione della TASI.

=> Tasse sulla casa: le norme 2016

Nel dettaglio, in base alla nuova legge, sono necessari interventi di controllo per verificare precisione di fermata e livellamento tra cabina e piano, illuminazione del locale macchine, efficacia dei dispositivi di richiusura delle porte di piano con cabina fuori dalla zona di sbloccaggio, porte di cabina, rischio di schiacciamento per porte motorizzate, presenza di dispositivo di comunicazione bidirezionale in caso di intrappolamento in cabina, illuminazione della cabina. La norma, segnala Confedilizia, attribuisce

«ai soggetti verificatori la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico dei proprietari di casa».

In realtà, prosegue l’associazione, questi obblighi non sono previsti da alcuna direttiva europea, e la sicurezza degli ascensori è già ampiamente tutelata dagli adempimenti esistenti: manutenzione ogni sei mesi, verifica ASL o ARPA o altro organismo di certificazione abilitato, obbligo di fermare l’impianto in caso di segnalazioni nel corso delle verifiche. Obblighi che Confedilizia definisce “stringenti”:

«senza raffronti con altri settori», tanto che «è bassissima la percentuale di incidenti, in presenza di un traffico giornaliero di passeggeri da 30 a 40 milioni».

Ne consegue la richiesta al Governo di eliminare la disposizione dalla legge, evitando così

«a milioni di famiglie, già provate dalla congiuntura  economica, una spesa che annullerebbe in un colpo solo gli effetti dell’abolizione della TASI sull’abitazione principale, imponendo esborsi pari al doppio del gettito della TASI stessa».

Risposta del Ministero: la norma

«non prevede verifiche straordinarie, ma controlli di sicurezza da svolgersi nell’ambito della prima verifica ordinaria utile». Maggior attenzione viene chiesta solo in relazione agli impianti installati prima del 1999, ovvero prima delle direttive europeo che hanno modificato i requisiti di sicurezza, spiega che le caratteristiche da verificare, e che potrebbero essere d’intervento, sono state individuate in modo «proporzionato e selettivo».

Quindi «non possono determinare spese eccessive», soprattutto se le norme già oggi previste dovrebbero aver già indotto molti proprietari a procedere ai nuovi controlli. Sul fronte del costi: possono essere distribuiti su quattro anni, si applicano le detrazioni fiscali previste per la ristrutturazione edilizia, per cui:

«l’onere che resta a carico dei proprietari non vanifica il vantaggio derivante dalle riduzioni delle imposte sulla casa».

Confedilizia ribadisce la richiesta di eliminare dalla bozza di provvedimento la tassa sugli ascensori.