Successo inaspettato tra le PMI del patent box, l’agevolazione fiscale sulle opere dell’ingegno, che nel primo anno ha registrato più di 4.500 adesioni: in atri paesi è appannaggio delle grandi aziende mentre in Italia, su 4.498 adesioni, solo 287 sono state quelle delle grosse realtà, il resto sono piccole e medie aziende, essenzialmente con fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro. I dati sono stati forniti nel corso di una tavola rotonda organizzata dall’Agenzia delle Entrate, con rappresentanti di Confindustria e ABI, accademici ed esperti del settore.
=> Patent box: tasse ridotte su software e brevetti
Sia il dato relativo al numero di adesioni, sia l’alta partecipazione delle PMI sono considerati elementi inattesi. Il patent box, lo ricordiamo, è un regime agevolato che comporta la paziale detassazione del reddito derivante dall’uso di marchi, brevetti e altri beni immateriali. Il 36% delle richieste ha riguardato marchi, il 22% il “know how” giuridicamente tutelabile, il 18% brevetti, il 14% disegni e modelli, il 10% software.
La ripartizione geografica vede un picco massimo in Lombardia 1.240, seguita da Veneto 706, Emilia Romagna 636, Piemonte 378 e Toscana 367. Come si vede, sono le imprese del Centro-Nord ad aver più frequentemente aderito alla tassazione agevolata prevista dalla Legge di Stabilità 2015, mentre il Mezzogiorno si conferma indietro.
=> Patent box: istruzioni per la domanda
La tavola rotonda è stata organizzata a conclusione di una quattro giorni di formazione interna, per promuovere il dialogo tra Fisco e imprese. Come ha spiegato Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, il sistema fiscale si sta muovendo :
«nel solco dell’innovazione, e proprio per questa ragione, per rispondere a queste esigenze di cambiamento, è fondamentale immaginarsi un modo nuovo per dialogare con i contribuenti».
http://www.shutterstock.com/pic-354376550/stock-photo-business-team-concept-patent.html?src=csl_recent_image-1
