Chi è incappato nel diniego del Comune ad ottenere la residenza nei 18 mesi canonici e l’abbia poi ottenuta più tardi, dopo aver pagato multe e maggiori imposte per la perdita dei benefici “prima casa”, può richiedere tali somme in virtù delle sentenze richiamate nell’articolo su PMI.it?
Le agevolazioni legate all’acquisto di un immobile considerato prima casa sono molteplici e riferite a diversi ambiti non esclusivamente fiscali. Per quanto concerne il quesito in oggetto, requisito indispensabile per non creare plusvalenza, e quindi, essere tassati per la transazione di acquisto di un immobile, è quello di trasferirvi la propria residenza entro i termini stabiliti nell’atto di acquisto, facendolo così diventare prima casa agli occhi del Fisco.
=> Agevolazioni prima casa e cambio residenza
Sembra di capire che tale requisito non sia stato rispettato e ciò abbia prodotto una differenza di imposte e multe dal contribuente già pagate. Diverso è il caso in cui il ritardo nel riconoscimento dello status di residente sia a carico della pubblica amministrazione.
=> Prima casa e plusvalenze immobili
In questo ultimo caso, per verificare se ci siano gli estremi per richiedere un rimborso, l’unico modo è presentare un’istanza, tramite un professionista, alla commissione tributaria competente che analizzerà la pratica e deciderà se ci sono le condizioni per una restituzione fiscale. Molto dipende dal caso specifico e dai motivi per i quali il Comune si è mosso in ritardo. Le lungaggini burocratiche, in generale, non costituiscono motivo sufficiente a giustificare il mancato cambio di residenza entro 18 mesi ai fini del diritto alle agevolazioni prima casa (Cassazione, ordinanza 4800/2015).
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Chiedi all'espertoRisposta di Greta Rosatelli