Se la detrazione delle spese medico-sanitarie spetta al contribuente che ha sostenuto l’onere, cosa succede per i familiari a carico? Il coniuge può pagare da sé le proprie spese, magari con carte che si appoggiano su un conto cointestato? O il pagamento deve essere fatto da chi poi detrae le spese?
La detrazione delle spese mediche viene di norma applicata al contribuente che ha fornito il codice fiscale al farmacista o al medico. Si tratta, fra l’altro, di spese che finiscono direttamente nella dichiarazione dei redditi precompilata, proprio perché vengono registrate all’origine, ovvero al momento del pagamento.
Se vengono sostenute dal familiare o dal coniuge a carico, finiranno nella dichiarazione del contribuente che si assume l’onere fiscale.
Il punto fondamentale non è tanto il conto cointestato o la proprietà dello strumento di pagamento ma il documento fiscale che riconduce la spesa al contribuente con diritto alla detrazione, dal momento che contiene il codice fiscale dell’interessato dalla spesa o prestazione medica.
Fra l’altro, nelle ricette del servizio pubblico nazionale, il codice fiscale è già presente nella ricetta, per cui la detrazione spetta al contribuente intestatario della stessa o del familiare che lo ha a carico.
Tra coniugi la spesa medica che riguarda il soggetto a carico sarà portata in detrazione dall’altro coniuge se la fattura è intestata al coniuge a carico, a prescindere da chi dei due ha pagato la spesa. Se la fattura è intestata a se stesso, allora la detrazione scatta solo con pagamento di tasca propria (perché non c’è indicazione in fattura o in ricetta che il destinatario sia il coniuge a carico).
E’ un po’ la stessa cosa delle spese di istruzione dei figli a carico: se la fattura sanitaria è intestata al genitore pagante, allora sarà questi il soggetto fiscale che la porterà in detrazione; se la fattura è intestata al minore, la detrazione sarà suddivisa tra i genitori in base alla percentuale di carico.
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Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi