Avendo l’esigenza di rendere comunitaria la mia partita IVA, chiedo se posso restare nel regime forfettario o devo passare all’ordinario o semplificato. Nel primo caso, dovrei comunque inviare l’elenco riepilogativo di acquisti e vendite intracomunitarie di beni e servizi?
Non mi pare ci siano preclusioni all’applicazione del regime forfettario per chi apre partita IVA comunitaria. Faccia eventualmente anche altre verifiche ma la norma (legge 190/2014, articoli da 54 a 89) non contiene in questo senso indicazioni contrarie.
Il comma 57 elenca quali sono i contribuenti che non possono avvalersi del regime forfettario: fra questi non sono inclusi coloro che hanno partita IVA comunitaria. Anzi, anche i soggetti residenti in un paese UE diverso dall’Italia, se producono in Italia almeno il 75% del reddito, possono accedervi.
=> Partita IVA nella UE e archivio VIES: la normativa
La partita IVA comunitaria, lo ricordiamo, è una normale partita IVA che però consente di effettuare operazioni comunitarie.
Per quanto riguarda gli elenchi Intrastat, vanno compilati in relazione agli acquisti e non alle vendite. Le regole sono contenute nel comma 58 della legge 190/2014.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz