Mia moglie non risulta a mio carico avendo un reddito di affitto; gode inoltre dei vantaggi della cedolare secca su questo contratto di locazione. Ha avuto spese di ristrutturazione del condominio che superano l’importo del reddito, quindi ha un credito d’imposta.
L’Agenzia delle Entrate dice che non posso portare in compensazione al mio debito il credito del coniuge, in quanto la cedolare secca crea una situazione particolare: la sentenza 8533/2016 della Corte di Cassazione non sarebbe pertanto applicabile a questa situazione: è corretto?
La cedolare secca è una forma di tassazione per la quale si può optare nel momento in cui si scegli di locare un immobile.
Questo tipo di tassazione forfettaria si applica al canone lordo annuo di locazione e sostituisce una serie di imposte non più dovute, tra cui anche l’IRPEF pur rimanendo calcolata e pagata in fase di dichiarazione dei redditi.
La particolarità della imposta sostitutiva crea vantaggi nel calcolo dell’imposta dovuta ma limita il raggio di azione normalmente possibile, come specificato nella circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 26/E del 01/06/2011. Quindi, ritengo valida la tesi dell’Agenzia delle Entrate.
Si potrebbe suggerire, visto il limite di capienza del coniuge, di inserire le spese di ristrutturazioni nella propria dichiarazione qualora ci fossero le condizioni per operare le detrazioni spettanti.
Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?
Chiedi all'espertoRisposta di Greta Rosatelli