Aumenta l’IVA: effetti su prezzi, consumi e contabilità

di Barbara Weisz

Pubblicato 30 Settembre 2013
Aggiornato 26 Novembre 2013 09:16

logo PMI+ logo PMI+
IVA al 22% dal primo ottobre: aumentano benzina, sigarette, alcolici, elettronica, abbigliamento, mobili e trasporti su gomma, con effetti domino anche sul prezzo finale dei prodotti alimentari: consumi in ribasso, problemi di contabilità.

La prima certezza dopo l’apertura della crisi di governo è l’aumento dell’aliquota IVA al 22% da martedì 1° ottobre su diesel e benzina, sigarette, abbigliamento e calzature, mobili ed elettrodomestici, tessuti, articoli per la casa e l’igiene, caffè, alcolici e bevande. E poi ancora: Elettronica di Consumo (TV, computer, cellulari..), giocattoli, palestra, profumi e cosmetici, parrucchiere, servizi legali e contabili. I prodotti con aliquota 4% e 10% restano invariate ma si temono rincari a catena per l’aumento dei costi di trasporto su gomma, che interessa circa l’86% dei beni di consumo italiani. Di fatto, aumenteranno anche i prodotti alimentari.

L’impatto

L’IVA al 22% produrrà in generale un calo dei consumi delle famiglie pari al 3% – con incidenza maggiore per i redditi bassi – penalizzando anche artigiani e commercianti, che nella stragrande maggioranza dei casi lavorano per il mercato domestico. Dopo la valutazione sull’impatto sull’economia, le associazioni di categoria – Confcommercio, Codacons e Cgia Mestre – hanno calcolato gli effetti dell’aumento IVA al 22% sulle tasche dei contribuento:

  • aumento dei prezzi fra ottobre e novembre dello 0,4%,
  • riduzione dei consumi dello 0,1% entro fine anno in aggiunta al già previsto -2,4%,
  • perdita di produzione che potrebbe costare fino a 10mila posti di lavoro e rischio chiusura per le imprese in difficoltà,
  • impatto sui redditi più evidente per il 20% delle famiglie più povere, con una pressione IVA al 10,5% contro il 7,5% per il 20% delle famiglie più ricche (una forchetta del 30% a svataggio dei redditi più bassi): una famiglia di tre persone spenderà 209 euro in più all’anno, mentre un nucleo di cinque persone subisce un rincaro di 349 euro.

Scontrini e fatture

Per imprese, negozi e aziende del commercio inizia una corsa contro il tempo per adeguarsi a tempo di record: gli esercenti al dettaglio devono cambiare i prezzi al pubblico e adeguare i registratori di cassa; per la contabilità, tutte le fatture emesse dal primo ottobre devono basarsi sulle nuove aliquote (tendenzialmente, per i servizi al cliente, conta il momento della fatturazione).

Il destino dell’IVA

Se è impossibile evitare l’aumento del primo ottobre, resta incerto il futuro dell’IVA dal gennaio 2014. Il decreto che il governo aveva preparato per venerdì 27 settembre, e che non è poi stato discusso in CdM, prevedeva con la Legge di Stabilità un riordino complessivo del sistema dell’imposta sul valore aggiunto, con modifiche ai panieri delle tre aliquote. Non si eslcude che questa parte possa essere recuperata in sede di approvazione della manovra per il 2014. Ma al momento è tutto legato ai destini di una crisi politica i cui esiti sono difficili da prevedere, e che, per restare agli effetti economici, rischia di produrre conseguenze immediate anche su IMU e altre tasse.