Il decreto per la restituzione dei debiti PA alle imprese sta funzionando, anche troppo: le richieste dei Comuni hanno superato il tetto massimo ed oltre mille enti locali hanno chiesto anticipazioni alla Cassa Depositi e Prestiti.
In soldoni, nelle casse delle imprese stanno arrivando 4,5 miliardi: il 90% dei 5 miliardi previsti (e quindi esclusi dal patto di stabilità interno), ai quali entro fine anno si aggiungeranno altri 500 milioni.
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Le cifre non sono ancora ufficiali ma a giorni si attende una comunicazione del Ministero.
La situazione è la seguente: il decreto sblocca immediatamente i fondi di quei Comuni con liquidità in cassa (leggi quali sono) ma che non potevano usarla per i vincoli del patto di stabilità interno, ed anche un migliaio di Comuni senza liquidità – che hanno fatto richiesta di anticipazioni alla Cassa Depositi e Prestiti nei termini di legge, potranno ora saldare subito i debiti.
Entro il 15 maggio il ministero – sulla base della richieste ricevute (attraverso l’apposita piattaforma online) – deciderà la ripartizione dei fondi: il meccanismo di riparto viene stabilito dalla Conferenza Stato-Città entro il 10 maggio. In alternativa il decreto prevede un metodo proporzionale, in base al quale verrebbero sbloccati più soldi a favore dei Comuni che hanno chiesto di più.
Entro il 30 giugno le amministrazioni dovranno comunicare alle aziende i tempi di rimborso.
Attenzione: tutto questo riguarda solo i 5 miliardi di Comuni e Province, che per effetto decreto escono dalle maglie del patto di stabilità interno.
Per la restante fetta di fondi (il restante 10% dei 5 miliardi) bisogna attendere.
A questa cifra bisogna aggiungere 1,4 miliardi che verranno rimborsati dalle Regioni, 500 milioni di euro dei ministeri, le nuove possibilità di compensazione e certificazione (leggi qui).
In tutto, il decreto vale 40 miliardi in due anni: 20 nel 2013 e altri 20 nel 2014 (ecco in sintesi cosa prevede il decreto). Le imprese chiedono di sbloccare somme ulteriori.
Non si esclude un emendamento che porti a 47,5 miliardi la dotazione totale, alzando però solo la quota 2014: in questo 2013 verrebbero quindi restituiti i 20 miliardi già stanziati, mentre salirebbe a 27,5 la quota 2014.
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Il problema sono i vincoli di bilancio: l’effetto del decreto da 40 miliardi vale 0,5 punti di deficit PIL 2013 (si arriverebbero al 2,9%), ma bisogna assicurare la soglia sotto il 3% del PIL anche per i prossimi anni. La posta in gioco è l’uscita dalla procedura europea per deficit eccessivo, su cui comunque si registrano i recenti pronunciamenti positivi della commissione: la decisione definitiva, anche sulla base dei provvedimenti economici in arrivo, verrà comunque presa entro fine maggio.