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IMU troppo alta: scattano i ricorsi

di Barbara Weisz

Pubblicato 21 Novembre 2012
Aggiornato 23 Novembre 2012 17:37

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L'IMU costa molto di più della vecchia ICI ai contribuenti, eppure i Comuni incassano meno: ecco i calcoli IFEL, la la protesta dei sindaci e il sostegno ANCI per i ricorsi al TAR.

L’IMU è una tassa eccessivamente alta e complicata: per  contribuenti, aziende e Comuni, in rivolta con tanto di ricorsi al TAR.

E a Milano infiamma la protesta dei sindaci di tutta Italia contro il Patto di Stabilità interno, che ha imposto di alzare il costo dei servizi per i cittadini, a partire proprio dalle aliquote IMU.

=> Vai alla mappa delle aliquote IMU 2012 nei Comuni

Per gli immobili diversi dalla prima casa, l’aliquota IMU media è del 10,37% nei Comuni con più di 100mila abitanti (stime IFEL – Istituto per la Finanza e l’Economia Locale).  Appena sotto il livello massimo consentito (10,6%).

Si tratta della stessa aliquota applicata agli immobili delle imprese: uffici, negozi, e così via. Per fortuna in alcuni casi sono previste agevolazion per piccoli esercizi e botteghe artigiane:

=> Scopri le aliquote IMU agevolate per le imprese

Se da una parte cittadini e imprese pagheranno un saldo IMU (scadenza ultima: 17 dicembre) ben più salato dell’acconto di giugno (dove l’aliquota era ordinaria: 0,76%), dall’altra nelle casse comunali entreranno comunque pochi soldi.

I tagli della spending review (22 miliardi nel 2007-2013) peserebbero per il 14% sulla PA, a fronte di spese correnti pari al 7,1%. E per i prissimi anni le previsioni sono ancora più restrittive. La critiche riguardano dunque «le conseguenze disastrose delle norme previste dal Patto di Stabilità interno e della introduzione affrettata e scarsamente ponderata della stessa IMU».

I Comuni incassano meno rispetto al gettito ICI, che pure era molto più basso per i contribuenti, a causa della ripartizione delle quote fra Comuni e Stato e del complesso meccanismo di equilibrio.

=>Ecco come calcolare quota comunale ed erariale per il saldo IMU

IMU e ICI a confronto

Le regole del Patto di Stabilità e le norme sull’IMU introdotte dal Salva Italia di fine 2011 hanno creato una situazione per certi versi paradossale: il comma 17 dell’articolo 13 della legge (dl 201/2011), prevede che a ciascun comune sia garantito un gettito pari almeno a quello ICI 2010. Cosa che, evidentemente, non si sta verificando, ragion per cui i Comuni hanno deliberato aliquote IMU stellari per rifarsi degli ammanchi.

Basta guardare le imposte a confronto sui dati degli immbili in affitto per capire di quanto è aumentata la tassa con l’introduzione dell’IMU al posto dell’ICI:

=>Confronta i rincari IMU rispetto all’ICI nei singoli Comuni

E nel frattempo i contribuenti pagano un’IMU incredibilmente più salata della vecchia ICI. Il prelievo medio su negozi e laboratori risulta mediamente raddoppiato. Per non parlare delle seconde case: quelle affittate a canone libero registrano punte di rincari intorno al 200% (ad esempio, a Milano o Aosta), quelle a canone calmierato segnano picchi di rincari superiori al 2mila per cento a Venezia.

=> Vai alle aliquote IMU per abitazioni non prima casa, città per città

L’applicazione IMU agli immobili di proprietà comunale non utilizzati per fini istituzionali implica una ulteriore riduzione delle risorse. Risultato: i sindaci protestano chiedendo interventi urgenti al governo e l’ANCI annuncia supporto legale per presentare ricorsi al TAR.