Eccolo, il nuovo Redditest: l’Agenzia delle Entrate ha presentato e messo online il programma con cui il contribuente può autonomamente verificare la coerenza del reddito con le proprie spese: è la prima fase del Redditometro, lo strumento di accertamento sintetito che invece sarà a disposizione del Fisco, e la cui partenza è prevista per il gennaio 2013.
Come promesso, il Redditest garantisce la privacy: è un programma che si scarica sul pc, e non lascia traccia sul web.
Redditest
Le caratteristiche fondamentali del Redditest sono quelle già anticipate, il software elabora un centinaio di voci di spesa, suddivise in sette categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari.
=> Vai all’infografica su Redditest e Redditometro
Il contribuente inserisce le spese, e alla fine si accende una luce verde nel caso in cui queste siano ritenute compatibili con il reddito, mentre il semaforo è rosso in caso contrario. Lo scostamento che fa scattare il colore rosso è quello pari o superiore al 20%.
Attenzione: è bene continuare a sottolineare che il Redditest non è lo strumento che utilizzerà il Fisco (il Redditometro vero e proprio). È quello che si definisce strumento di compliance, nel senso che aiuta il contribuente a verificare preventivamente se il proprio profilo fiscale può essere considerato a rischio accertamento.
=> Approfondisci la differenza fra Redditest e Redditometro
Risorse online
Il software messo online dall’Agenzia prevede diverse procedure a seconda del sistema operativo usato dal Pc del contribuente. Ci sono le istruzioni per tutti i sistemi.
Una volta scaricato, il programma è pronto per l’uso: si può compilare a più riprese, si possono correggere gli errori o effettuare integrazioni, è possibile salvare e stampare.
La compilazione è relativamente semplice: prima si inseriscono composizione del nucleo familiare, reddito e comune di residenza, quindi si procede con le spese.
È bene sottolineare che il programma alla fine elabora le valutazioni applicando una serie di diversi coefficienti alle varie voci e tendendo presenti le diverse tiplogie di contribuenti. L’Agenzia delle Entrate ha previsto 55 diverse tiplogie di reddito, divise per 11 tipi di nuclei familiari e cinque aree geografiche.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è presente una sezione dedicata alle domande più frequenti sul Redditest, e sul canale YouTube c’è un video esplicativo.
=> Consulta il canale YouTube dell’Agenzia delle Entrate
Simulazioni del Fisco
Il Fisco in base alle informazioni in suo possesso ha effettuato una serie di simulazioni, che possono rappresentare a grandi linee i risultati che darà la nuova metodologia di accertamento sintetico. Oltre 4,3 milioni di dichiarazioni dei redditi, circa il 20% del totale «non risultano coerenti», ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera.
Fra le diverse categorie di contribuenti, gli scostamento maggiori si sono verificati nel reddito d’impresa e in quello da lavoro autonomo.
Attenzione: è lo stesso Befera a spiegare che la non coerenza fra reddito e spese non significa automaticamene evasione. E l’Agenzia promette, almeno all’inizio, di usare «la massima cautela», concentrandosi maggiormente sulle «differenze eclatanti».
Redditometro
Anche il Redditometro vero e proprio, ovvero lo strumento che il Fisco utilizzerà per identificare contribuenti a maggior rischio evasione e far partire eventuali controlli, «è già pronto», ha spiegato il direttore dell’Agenzia: «siamo in fase di approvazione del relativo decreto ministeriale e quindi sicuramente a gennaio sarà utilizzabile».
=> Vai allo speciale Redditometro
Il Redditometro è stato messo a punto in applicazione delle norme previste dal Decreto 78 del 2010, e si applica a partire dall’anno di imposta 2009.
Ricordiamo che le norme prevedono comunque procedure a garanzie del contribuente. L’Agenzia, prima di quantificare un’eventuale evasione su cui effettuare un controllo, deve procedere a un doppio contraddittorio con il contribuente, al quale deve prima chiedere chiarimenti e integrazioni, quindi un’eventuale ricostruzione del reddito.
Se quindi quest’ultimo fornisce in queste fasi preliminari elementi utili a chiarire la situazione, non parte nessun accertamento.