Il DURC – Documento Unico di Regolarità Contributiva necessario per attestare la propria regolarità nei pagamenti e adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi nei confronti di enti come INPS, INAIL e Casse Edili – è un adempimento obbligatorio non solo per le aziende ma anche per i liberi professionisti. Un certificato indispensabile in molti contesti (gare di appalto, agevolazioni statali…) ma in Italia, a causa dell’ormai noto problema del ritardo nei pagamenti dalla PA, la questione del DURC sta diventando un paradosso.
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Se la mancanza di liquidità economica – spesso dovuta alle fatture non saldate – impedisce il regolare versamento dei contributi ai dipendenti o a sé stessi se lavoratori autonomi), non si può ottenere un DURC regolare. E se il DURC è irregolare l’impresa o il professionista non può richiedere il pagamento per la prestazione effettuata, né partecipare a nuove gare pubbliche. Praticamente un cane che si morde la coda. La situazione è quasi peggiore nel caso dei liberi professionisti come Ingegneri ed Architetti che, in qualità di autonomi senza dipendenti, devono versare per sé stessi i contributi a Inarcassa (Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti) ai fini di ottenere un DURC positivo.
DURC e debiti PA
Il Documento Unico di Regolarità Contributiva non è un lusso, ma un attestato necessario per consentire anche ai liberi professionisti di ottenere l’affidamento di incarichi professionali, partecipare alle gare pubbliche. O anche solo per ottenere il pagamento dai committenti per i mandati ottenuti. Come per le imprese, anche gli autonomi italiani sono dunque in balia dei tempi dello Stato, sotto alla la spada di Damocle del ritardo nei pagamenti dalla PA. In più molti professionisti potrebbero non poter ottenere il rilascio del DURC a causa di contenziosi con le casse (come Inarcassa) e di conseguenza hanno visto negato anche il pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni. L’unica soluzione per i professionisti, per non rimanere bloccati in questo circolo vizioso vedendosi negare il DURC, è di non avviare contenziosi con Inarcassa anche a costo di pagare più di quanto realmente dovuto.
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Rilascio DURC e Certificazione dei crediti
Tra le varie misure del Governo, volte a limitare i danni del ritardo nei pagamenti dalla PA, c’è la possibilità per imprese e professionisti che non sono in regola con i versamenti relativi ai contributi tributari e di lavoro di ottenere il DURC, se hanno dei crediti vantati nei confronti della PA (leggi di più sulle modalità di rilascio del DURC). La novità è stata introdotta con il Decreto del Ministero dell’Economia 13 marzo 2013 che prevede il “Rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva anche in presenza di una certificazione che attesti la sussistenza e l’importo di crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni di importo almeno pari agli oneri contributivi accertati e non ancora versati da parte di un medesimo soggetto”. La procedura è già operativa ed il Ministero ha rilasciato la piattaforma informatica per la consultazione dei crediti e la Certificazione degli stessi, nonché la relativa “Guida al rilascio del DURC in presenza di Certificazione del credito”.