Mentre il Governo sta studiando la possibilità di lasciare ai sindaci la scelta di applicare o meno l’IMU alla prima casa dal 2013, sulla nuova tassa sugli immobili arriva una proposta che riguarda le imprese: un’ipotesi di compensazione fra IMU e crediti della PA, avanzata dalla CNA di Forlì e Cesena.
Una provocazione? No, una proposta concreta e attuabile, anche grazie a una moratoria, spiega il presidente della CNA provinciale romagnola, Enzo Cortesi.
E la sua idea viene subito accolta dal sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, che intende farla propria e proporla all’ANCI, l’associazione dei Comuni.
È la seconda volta in poche settimane che il Governo deve rispondere a una proposta di compensazione che riguarda crediti e debiti della PA dopo quella dei giorni scorsi del segretario Pdl Angelino Alfano sui debiti fiscali.
Crediti PA: sospensione IMU
La CNA propone che le aziende possano utilizzare i crediti pendenti – a causa del ritardo nei pagamenti dalla PA – per ottenere la sospensione del pagamento IMU (fino al saldo delle fatture inevase).
Nessuna forma di disobbedienza fiscale, ci tiene a precisare Cortesi, anzi: «agli imprenditori non manca certo il senso di responsabilità e non è sicuramente intenzione di CNA incitare alla disobbedienza fiscale». L’obiettivo è quello di «cercare soluzioni concrete per le imprese».
La CNA di Forlì-Cesena ha anche trovato il modo di rendere applicabile la proposta: con una moratoria, ossia «un patto tra amministrazioni locali e contribuenti che preveda che le imprese paghino l’IMU solo nel momento in cui riscuotono effettivamente i crediti vantati, senza sanzioni né interessi».
Il sindaco Lucchi – il cui Comune paghi le imprese in 30 giorni e che allo stato attuale non ha debiti rilevanti nei confronti del sistema delle imprese – definisce quella di CNA Forlì-Cesena una «proposta di buonsenso» che «va presa seriamente in considerazione», annunciando l’intenzione di sollecitare il Governo.
Tuttavia, il Governo si sta muovendo in un’altra direzione. Per quanto riguarda i ritardi nei pagamenti dalla PA, in vista potrebbe esserci una soluzione di respiro europeo che consenta di trasformare i debiti in titoli senza impattare negativamente sul debito, salvando così gli obiettivi del fiscal compact.
E in arrivo ci sarebbero i decreti del ministro dello Sviluppo Economico per sbloccare prestiti da parte del sistema bancario per circa 20-30 miliardi di euro (la cifra totale dei debiti della PA è invece intorno ai 70 miliardi).