Evitare l’aumento dell’IVA di ottobre 2012, usare i proventi della lotta all’evasione per alleggerire l’IRPEF, ottimizzare il numero delle agevolazioni fiscali per ottenere i necessari risparmi ed evitando così il taglio indiscriminato di tutti gli sgravi previsti in dichiarazione dei redditi: sono le linee guida di quel che sembra essere il prossimo passo del governo Monti, la riforma fiscale.
Sempre sul fronte fiscale, il Governo ha annunciato un emendamento relativo all’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili riservata a tutti gli enti non commerciali: la cosiddetta ICI sulla Chiesa, che in realtà riguarda anche gli immobili di partiti, sindacati, associazioni (al fine di bloccare la procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea).
Riforma fiscale
I rumors danno la riforma fiscale come prossima tappa del governo Monti, dopo liberalizzazioni, semplificazioni e riforma del lavoro (in fase di dibattito fra le parti sociali). Lo stesso premier ha preannunciato il provvedimento, che focalizzerà sui proventi dell’evasione fiscale e sull’obiettivo di evitare un nuovo scatto degli aumenti IVA, previsti dalla manovra finanziaria di fine anno (Salva Italia): se non interverrà prima una riforma, da ottobre 2012 scatta un aumento di due punti sull‘aliquota IVA, sia di quella attualmente al 10% (che passerebbe quindi al 12%) che su quella al 21% (che salirebbe al 23%).
La misura era stata inserita in manovra per evitare di far scattare la clausola di salvaguardia inserita nella manovra finanziaria estiva che, a sua volta, prevedeva nel caso in cui il governo non avesse esercitato la delega fiscale, i tagli lineari a tutte le agevolazioni fiscali previste attualmente.
Dunque, la riforma fiscale allo studio con ogni probabilità eviterà il tanto temuto aumento dell’IVA in ottobre (ricordiamo che c’è già stato un aumento l’estate scorsa, dal 20 al 21%).
Agevolazioni fiscali
In vista anche novità sul fronte delle agevolazioni. Attualmente sono 720, e valgono 161 miliardi. Si parla di non toccare le agevolazioni per famiglie, lavoro, pensioni, mettendo invece mano alle altre, sulla base di un codice di importanza. Si parla di un riordino dei 10 miliardi di agevolazioni che riguardano le imprese.
Quanto all’IRPEF, non circolano cifre precise: si prevede un taglio all’aliquota più bassa (oggi al 23%). Le riduzioni IRPEF verranno attuate sulla base dei proventi della lotta all’evasione fiscale.
In vista anche novità sulla rivalutazione degli estimi catastali e su una serie di “abusi di diritto”, con riferimento a operazioni societarie, in genere di grandi gruppi, che non hanno un fine economico ma di fatto servono solo ad aggirare le norme fiscali.
ICI e IMU
Infine, un capitolo a parte, che riguarda sempre il fisco, quello relativo all’ICI (ora divenata IMU) sulla Chiesa (che come detto riguarda in realtà tutti gli enti non commerciali). Il Governo ha comunicato al Vice Presidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, l’intenzione di presentare al Parlamento un emendamento «che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione», prevedendo:
- Un’esenzione solo per agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale.
- L’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente.
- L’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale.
- L’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell’Economia e delle Finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile.
Bruxelles ha definito questa proposta importante esprimendo la speranza di poter chiudere la procedura di infrazione. Quest’ultima era stata aperta nel 2010.
Il provvedimento annunciato dal Governo che limiterebbe l’esenzione, secondo alcune stime non ufficiali potrebbe portare a un maggior gettito intorno ai due miliardi. Ci sarebbe un vantaggio anche per la Chiesa, che si stima potrebbe risparmiare circa 12 miliardi non dovendo pagare gli arretrati dal 2005 che scatterebbero, invece, nel caso in cui la procedura europea arrivasse a termine con una bocciatura del regime agevolato.