La manovra finanziaria del governo Monti ha portato novità anche per gli amministratori di società di capitali e i dipendenti che cessano il proprio rapporto di lavoro: le indennità TFM e TFR non sconteranno più la tassazione separata agevolata ma dovranno sempre e in ogni caso sottostare obbligatoriamente alla tassazione ordinaria.
Trattamento di Fine Mandato (TFM)
Il Trattamento di Fine Mandato (TFM), pur non essendo un’indennità imposta dalla legge ma il frutto di un accordo tra azienda e amministratore, dovrà quindi adeguarsi alle normative esistenti (articolo 24, comma 31 della legge n. 214 del 2011), così come deciso dalla manovra Monti.
Dunque, addio alla tassazione separata agevolata: mentre prima era possibile, a fronte di determinati requisiti, applicare per questa forma di retribuzione differita un trattamento fiscale più favorevole, per le indennità maturate dal 1° gennaio 2011 è diventato obbligatorio il regime di tassazione ordinario, quindi le somme pagate dalle aziende agli amministratori a fine rapporto concorreranno alla determinazione del reddito complessivo tassato secondo gli scaglioni IRPEF.
Così il TFM non costituirà più un risparmio fiscale anche importante per le società di capitali e gli amministratori.
Trattamento di fine rapporto (TFR)
Anche i regimi di tassazione per i dipendenti che cessano il rapporto di lavoro sono stati modificati, ma con l’introduzione di una franchigia molto alta, ossia 1 milione di euro.
Al Trattamento di fine rapporto (TFR) e alle indennità percepite dalla cessazione di rapporti di cui all’articolo 17, comma 1, lettere a) e c) del Tuir (lavoratori dipendenti) dovrà pertanto essere applicata la tassazione ordinaria – e non potrà più essere applicata quella separata – ma solo nel caso in cui si superi la somma di 1 milione di euro.
Situazione ben rara per quanto riguarda i comuni dipendenti, per i quali dunque la situazione viene ben poco a cambiare.