Disposizioni particolari per i lavoratori agricoli, esclusione enti non commerciali, criteri di calcolo: ci sono una serie di casi specifici per la fruizione della deduzione IRAP sul costo del lavoro dipendente prevista dalla Legge di Stabilità (commi da 20 a 25 della legge 190/2014). In linea generale, la norma introduce una deduzione IRAP sul costo del personale dipendente con contratto a tempo indeterminato.
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Tecnicamente, l’agevolazione è pari alla differenza fra il costo del lavoro complessivo dei dipendenti a tempo indeterminato e le deduzioni previste dall’articolo 11 del Dlgs 446/1997 (fra le altre: 7500 euro per ogni lavoratore impiegato nel periodo di imposta, che aumenta per donne e giovani, contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro, contributi previdenziali e assistenziali).
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Aziende agricole
Ci sono disposizioni specifiche per il settore agricolo: i produttori possono usufruire dell’agevolazione anche sui contratti a tempo determinato di durata almeno triennale, se il dipendente lavora per almeno 150 giornate.
Enti non commerciali
Altra osservazione: non sono agevolati i contratti stipulati da enti non commerciali. La detrazione IRAP si applica a società di capitali e enti commerciali, società di persone e imprese individuali, banche, società finanziarie, assicurazioni, esercenti arti e professioni (persone fisiche, società semplici ed equiparate), imprenditori agricoli titolari di reddito agrario con volume d’affari di almeno 7mila euro annui.
Micro imprese senza dipendenti
Per compensare le micro imprese senza dipendenti dell’impossibilità di applicare la deduzione IRAP, per questa categoria di imprese c’è un credito d’imposta del 10% da utilizzare in compensazione. In questo modo si evita alle imprese senza dipendenti, che come detto non fruiscono del taglio IRAP sul lavoro dipendente, di subire addirittura un rincaro IRAP, in considerazione del fatto che nel 2015 tornano in vigore le aliquote 2013, per cui l’aliquota base torna al 3,9%.
Calcolo dell’agevolazione
Per quanto riguarda infine il criterio di calcolo dell’agevolazione, bisogna sottrarre al costo complessivo del personale a tempo indeterminato una serie precisa di voci, eccole:
- deduzioni fisse: 7.500 euro annui per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato, che salgono a 13.500 euro per le donne e per giovani sotto i 35 anni. Tali importi possono ulteriormente essere raddoppiati per la misura base, quindi portati a 15mila euro, oppure aumentati a 21mila euro per le donne e i giovani, nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
- contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro;
- contributi assistenziali e previdenziali;
- spese relative ad apprendisti, disabili, contratti di formazione e lavoro, personale addetto alla ricerca e sviluppo;
- per le imprese autorizzate all’autotrasporto merci, le indennità di trasferta per la parte che non concorre a formare il reddito del dipendente;
- 1850 euro per ogni dipendente impiegato nel periodo d’imposta fino a un massimo di cinque;
- 15mila euro in caso di incremento del numero di lavoratori a tempo indeterminato rispetto agli occupati nel periodo d’imposta precedente.