La ritenuta d’acconto è una trattenuta IRPEF o IRES effettuata sui compensi corrisposti da datori di lavoro, committenti e sostituti di imposta. La ritenuta fiscale si applica in genere nelle collaborazioni e nelle prestazioni occasionali. Può essere resa a titolo di acconto sull’imposta dovuta dal percettore (vi rientrano le ritenute operate su compensi e altre somme che costituiscono reddito di lavoro dipendente, nonché quelle operate sui compensi per prestazioni di lavoro autonomo) o a titolo di imposta dovuta dal percettore (ne consegue l’esonero dagli obblighi strumentali di dichiarazione e versamento a saldo).
- Chi deve pagare la ritenuta d’acconto
- Su cosa si applica la ritenuta d’acconto
- Cosa significa lavorare a ritenuta d’acconto
- Come funziona la ritenuta d’acconto per le prestazioni occasionali
- Come si calcola la ritenuta d’acconto
- Come si calcola la ritenuta d’acconto per i liberi professionisti
- Ritenuta d’acconto sui redditi da lavoro dipendente e da capitale
- Come si versa la ritenuta d’acconto
- Come si incassa una ritenuta d’acconto
Chi deve pagare la ritenuta d’acconto
La ritenuta d’acconto è anticipata dal datori di lavoro, in veste di committente e sostituto di imposta, ma è dovuta dal lavoratore, che subisce infatti una trattenuta sul compenso percepito. Si deve pagare la ritenuta d’acconto nei casi in cui non ci sia un rapporto di lavoro subordinato, e pertanto non sia possibile applicare la tassazione dovuta in busta paga. Quindi, la ritenuta è dovuta generalmente da prestatori di lavoro autonomo e collaboratori in Gestione Separata INPS.
Su cosa si applica la ritenuta d’acconto
Sono soggetti a ritenuta d’acconto i redditi da lavoro autonomo e dipendente, da capitale e altri redditi previsti dagli articoli 23 e 25 del DPR n. 600/1973. In particolare, sono soggetti alla ritenuta i compensi corrisposti a qualunque titolo ad artisti e professionisti per:
- prestazioni di lavoro autonomo, anche occasionale o sotto forma di partecipazione agli utili;
- prestazioni rese a terzi o nell’interesse di terzi;
- assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere;
- utili derivanti da contratti di associazione in partecipazione, quando l’apporto dell’associato è costituito esclusivamente dalla prestazione di lavoro;
- utili spettanti a promotori e soci fondatori di società per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilità limitata;
- redditi derivanti dalla cessione di diritti d’autore da parte dell’autore;
- diritti per opere d’ingegno ceduti da persone fisiche non imprenditori o professionisti che le hanno acquistate.
=> Gestione dei compensi professionali: scarica il modello
NB: Per prestazioni di lavoro autonomo occasionale, sono esclusi i compensi di importo inferiore a 25,82 euro corrisposti da enti pubblici e privati che non hanno a oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.
Cosa significa lavorare a ritenuta d’acconto
Chi non ha un contratto di assunzione o di lavoro subordinato, e dunque ha una busta paga o una Partita IVA, se svolge prestazioni occasionali viene pagato una ritenuta d’acconto. In pratica, la tassazione sul compenso viene applicata direttamente dal datore di lavoro, che la trattiene come anticipo sulle imposte dovute dal collaboratore, poi versata per suo conto allo Stato.
Come funziona la ritenuta d’acconto per le prestazioni occasionali
Per applicare la ritenuta nelle collaborazioni occasionali il compenso non può superare i 5mila euro nello stesso anno solare, superato il quale vi è obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS. Eccezione fanno i lavori relativi al diritto d’autore, ove la collaborazione non è soggetta a contributo INPS e si può superare il vincolo dei 5.000 euro lordi all’anno.
Il collaboratore produce notula al committente, che provvederà a pagare. Il modello di ricevuta, che il collaboratore firma e consegna, riporta:
- data e numero della ricevuta
- dati del collaboratore (CF, dati anagrafici)
- dati del committente (CF, Partita Iva)
- descrizione dell’attività prestata
- importo del compenso lordo
- importo della ritenuta d’acconto
- importo netto (lordo – ritenuta d’acconto)
Come si calcola la ritenuta d’acconto
Per calcolare la ritenuta si deve individuare la base imponibile. Le voci che vi rientrano sono:
- compensi professionali
- rimborsi per le spese di viaggio
- vitto e alloggio
- spese documentate anticipate dal professionista e rimborsate dal committente.
Non concorrono alla formazione della base imponibile i contributi obbligatori, l’eventuale contributo per la cassa professionale, i rimborsi spese anticipati, purché non siano inerenti alla produzione del reddito di lavoro autonomo e che siano ben documentate.
=> Lavoro autonomo occasionale, niente ritenuta per rimborso spese
Aliquote da applicare alla ritenuta d’acconto
- Lavoro autonomo e occasionale: ritenuta 20%
- Lavoro autonomo e occasionale a non residenti: ritenuta 30%
- Cessione opere d’ingegno, brevetti, marchi e formule a non residenti: ritenuta 30%
- Cessione diritti d’autore sopra 35 anni: 20% base imponibile ridotta al 75%
- Cessione diritti d’autore sotto 35 anni: 20% base imponibile ridotta al 60%
- Assunzione obblighi di fare, non fare e permettere: ritenuta 20%
- Associati in partecipazione che apportano solo lavoro: ritenuta 20%
- Partecipazioni utili per contratti di associazione in partecipazione (solo lavoro): ritenuta 20%
- Amministratori di condominio: ritenuta 20%
Come si calcola la ritenuta d’acconto per i liberi professionisti
Professionisti senza cassa
I freelance senza cassa previdenziale scontano una ritenuta calcolata sul compenso sommato alla rivalsa INPS (maggiorazione del 4% sul compenso lordo). Ritenuta d’acconto = (compenso + rivalsa INPS) * 20%
Professionisti con cassa
Il calcolo della ritenuta d’acconto per i professionisti con cassa professionale si effettua sul solo compenso senza considerare la rivalsa INPS (che è variabile). Ritenuta d’acconto = compenso * 20%
Ritenuta d’acconto sui redditi da lavoro dipendente e da capitale
Sui redditi di lavoro dipendente e assimilati come ad esempio quelli percepiti da soci di cooperative di produzione e lavoro, remunerazioni dei sacerdoti o assegni al coniuge, si applica una ritenuta a titolo di acconto IRPEF dovuta dai dipendenti, con obbligo di rivalsa.
Sui redditi da capitale in forma di rendite finanziarie si applica una ritenuta alla fonte a titolo di imposta.
- con aliquota al 26% per interessi da dividendi, obbligazioni, interessi attivi bancari e postali, certificati di deposito;
- con aliquota al 12,50% per i titoli di Stato e similari.
Come si versa la ritenuta d’acconto
Spetta ai datori di lavoro (sostituti d’imposta) operare la ritenuta all’atto del pagamento, a titolo di acconto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, con l’obbligo di rivalsa. Le ritenute effettuate devono essere versate entro il giorno 16 del mese successivo a quello del pagamento. Se la scadenza cade di sabato o giorno festivo il versamento è posticipato al primo giorno lavorativo successivo. Il versamento va effettuato utilizzando il modello F24, esclusivamente con modalità telematiche per i sostituti titolari di Partita IVA, utilizzando il codice tributo 1040.
Come si incassa una ritenuta d’acconto
La ritenuta non si incassa, in quanto è il sostituto d’imposta che la gira direttamente allo Stato al posto del lavoratore, trattandosi di un’anticipazione sulle imposte dovute. Le ritenute corrisposte devono essere certificate con certificazione consegnata all’interessato entro il 28 febbraio dell’anno successivo:
- ammontare complessivo di somme e valori corrisposti
- ammontare di ritenute operate, detrazioni effettuate e contributi versati
- eventuali altri dati non obbligatori come il contributo professionale o l’IVA.
Ogni anno, il sostituto d’imposta consegna la Certificazione Unica al lavoratore, con il riepilogo di tutte le ritenute d’acconto effettuate nell’anno precedente: in sede di dichiarazione dei redditi, l’ammontare delle ritenute è detratto dall’imposta sul reddito del lavoratore autonomo.