I dipendenti aventi diritto hanno trovato nella busta paga di maggio il Bonus IRPEF da 80 euro introdotto dal Governo Renzi. Eppure per alcuni il credito non c’è o è stato erogato in misura inferiore. Perché? E soprattutto, come comportarsi per non perdere il beneficio? Ecco tutti i casi possibili e le istruzioni per correre ai ripari.
Bonus IRPEF: richiesta e rinuncia
L’azienda è tenuta ad erogare il bonus in busta paga automaticamente senza che il lavoratore ne faccia richiesta. Tuttavia, per evitare situazioni in cui il mancato diritto comporta l’obbligo di restituzione, molte aziende hanno fornito ai lavoratori una modulo/lettera con cui comunicare eventuali altri redditi da lavoro (di cui l’azienda non è a conoscenza) con conseguente rinuncia scritta al Bonus in busta paga. Se si presume male e si scopre successivamente di averne diritto, si potrà sempre ottenerlo in conguaglio nel 730/2015.
Come leggere la busta paga
Nel cedolino dei lavoratori dipendenti pubblici e privati con reddito annuo complessivo fino a 26mila euro è stata aggiunta una voce riguardante il bonus IRPEF, che spetta nella misura piena di 80 euro qualora il reddito annuo lordo di cui è a conoscenza il sostituto d’imposta rientri nel tetto di 24mila euro. Come riconoscerlo nel cedolino?
=> Come leggere la busta paga
- Lavoratori pubblici: sotto la voce: credito art. 1 DL 66/2014 nella sezione “altri assegni”.
- Lavoratori privati: sotto una delle voci bonus art. 1 dl 66 2014; credito art. 1 dl 66 2014; Credito Irpef art. 13 comma 1-bis Tuir”; bonus fiscale.
In alcune busta paga può essere indicato con la dicitura “-80 euro”. Significa che è trattato come detrazione fiscale aggiuntiva sul lavoro dipendente (riduzione Irpef e conseguente aumento del netto in busta paga).
Niente Bonus in busta
E se il Bonus non compare in busta paga o è inferiore a quanto ci si aspettava? È necessario valutare caso per caso. I motivi possono essere sia l’elaborazione errata da parte del datore di lavoro, sia l’effettiva mancanza dei requisiti per il lavoratore (redditi sopra i 26mila euro annui 2014; redditi non rientranti in quelli con diritto al bonus).
=> Le somme che danno diritto al Bonus IRPEF
Per capire se si ha diritto al Bonus è meglio calcolare il reddito presunto da lavoro per il 2014 piuttosto che prendere a riferimento il reddito indicato nel CUD 2014 (parte B, punto 1), che comunque resta indicativo qualora non ci siano stati cambiamenti retributivi e contrattuali: è questo il dato che il datore di lavoro andrà a considerare per calcolare il Bonus, se il lavoratore non fornisce altre informazioni.
Se il reddito ivi indicato non supera i 24mila euro, il bonus sarà erogato. Diversamente l’azienda potrebbe non erogarlo, a volte sbagliando. Se infatti il lavoratore nel 2013 ha sforato il tetto per degli straordinari, il lavoratore deve comunicare all’azienda di volere il bonus, assumendosi la responsabilità dell’erogazione, con possibilità di ricalcolo anche nel modello 730/2015.
=>Guida per aziende al Bonus in busta paga: calcolo mensilità
Bonus ridotto in busta paga
Il Bonus IRPEF da 80 euro mensili (640 euro per tutto l’anno) sarà giustamente erogato in misura ridotta a chi ha lavorato meno di 12 mesi. Il credito (pieno o ridotto per chi guadagna da 24mila a 26mila euro lordi annui) deve essere rapporto alla durata del rapporto di lavoro, considerando il numero di giorni lavorati. Ad esempio: al lavoratore assunto dal 1 aprile 2014 con reddito sotto i 24mila euro, spettano 60 euro mensili (640: 365) x 275 gg= 482 euro : 8 (mesi lavorati) = 60).
Se invece si verifica che il datore di lavoro ha calcolato erroneamente il bonus, non riconoscendolo integralmente, magari potrebbe essere a causa di un rapporto di lavoro cessato prima del mese di maggio. In questo caso è possibile recuperalo nel 730/2015 secondo modalità che dovrà definire il ministro delle finanze con apposito decreto.