I proprietari di immobili nel 2016 hanno risparmiato 175 euro a testa in media grazie all’eliminazione della TASI sulla prima casa e in genere alla riduzione del prelievo fiscale sul mattone. Le tasse immobili, sottolinea il rapporto “Immobili in Italia” del Ministero delle Finanze, dal 2016 si sono ridotte di 4,4 miliardi, di cui 3,6 riferibili all’eliminazione della TASI sulle prime case non di lusso. Il 48% del prelievo totale 2016 sugli immobili deriva dall’IMU e solo il 3% dalla TASI.
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Ecco la composizione delle altre entrate da tassazione sulla casa: il gettito di imposte di natura reddituale è pari al 21% del totale ed è in gran parte attribuibile all’IRPEF (14% del totale) e alla cedolare secca sulle locazioni abitative (5%). IVA sulle compravendite di immobili al 13%, imposte di registro e bollo al 7%.
Fra gli effetti della fiscalità immobiliare sul mercato, il report misura l’impatto della politica di abbassamento delle tasse sulla prima casa, nell’ottica di stimolare la ripresa del mercato dell’acquisto della prima casa, e quello della cedolare secca, che mira a simulare il mercato degli affitti. Il risparmio totale del 2016 dovuto all’abolizione TASI prima casa è stato pari a 3mila 521 milioni di euro (in linea con le valutazioni che erano state fatte), con un beneficio differenziato per categoria di utente. Vediamo quanto hanno risparmiato i proprietari di prima casa divisi per tipologie:
Tipologia di reddito | Risparmio TASI |
pensione | 181 euro |
lavoro dipendente | 165 euro |
impresa | 167 euro |
lavoro autonomo | 243 euro |
fabbricati e terreni | 228 euro |
Per quanto riguarda le classi di reddito, il beneficio maggiore in termini percentuali è a favore di coloro che guadagnano fino a 15mila 075 euro annui (risparmio dello 0,49%), mentre è relativamente omogeneo per i redditi da questa soglia fino a 183mila euro, per poi scendere di qualche punto per i redditi alti.
La cedolare secca invece produce due effetti in termini di gettito. La riduzione del prelievo favorisce la base imponibile. Da sottolineare che la riduzione premia maggiormente i redditi alti, in considerazione del fatto che l’aliquota al 21% è leggermente inferiore al primo scaglione IRPEF (23%), mentre è praticamente dimezzata rispetto al 43% dell’ultimo scaglione. C’è poi, per tutti, un risparmio d’imposta intorno ai 3,5 punti sulle addizionali locali e l’imposta di registro e bollo. Il secondo effetto è un gettito inferiore per l’erario, perché si riduce l’imposta pagata dai contribuenti che dichiaravano i redditi da locazione prima assoggettati a IRPEF ordinaria.
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