Fra le possibilità di anticipo pensionistico APe introdotte dalla Legge di Bilancio 2017 c’è anche il cosiddetto APe Aziendale, che di fatto è finanziato dal datore di lavoro: i requisiti per il lavoratore sono gli stessi previsti per l’APe Volontaria, così come il meccanismo (trattamento da restituire a rate ventennali quando si matura l’assegno previdenziale). La differenza è che il datore di lavoro versa all’INPS, in un’unica soluzione, una somma che equivale almeno alla contribuzione volontaria corrispondente agli anni di anticipo, incrementando in questo modo il montante, anche mentre non si lavora più e si percepisce l’APe, per cui alla fine la pensione sarà più alta di quella maturata nel momento in cui ci si ritira e il peso delle rate inferiore.
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APe: costi azienda
Vediamo esattamente quanto costa all’impresa l’APe Aziendale. Le regole sono contenute nel comma 172 della manovra. La contribuzione volontaria, che è il parametro di partenza per la somma che l’impresa è tenuta a versare all’INPS, è pari al 33% dell’imponibile delle ultime 52 settimane di lavoro. Questo è il livello minimo ma l’accordo fra le parti può essere migliorativo.
Esempio 1: dipendente con stipendio lordo annuo di 30mila euro. Se si ritira con un anno di anticipo, il datore di lavoro verserà 9.900 euro (il 33% di 30mila); se gli anni di anticipo sono due il costo per l’azienda è di 19.800 euro, se l’anticipo è di tre anni il costo sale a 29mila 700 euro. L’APe può durare fino a 3 anni e 7 mesi, nel qual caso il versamento all’INPS sarebbe di 35.675 euro. Esempio 2: dipendente con stipendio di 50mila euro annui. Se l’anticipo è di un anno l’impresa pagherà 16.500 euro, 33mila per due, 49.500 euro per tre, 59.125 euro per tre anni e sette mesi.
Sanzioni
Il versamento va effettuato alla scadenza prevista per il pagamento dei contributi della prima mensilità APe, in un’unica soluzione. Se il termine non viene rispettato, l’impresa paga le sanzioni previste dall’articolo 116, comma 8, lettera a, della legge 388/2000 per il mancato versamento di contributi previdenziali obbligatori, pari al 5,55% annuo.
Da chiarire
Si attendono le disposizioni attuative per chiarire una serie di punti. Ad esempio:
se la pensione maturata al momento in cui si chiede l’APe è inferiore ai 700 euro ma poi sale sopra la soglia in virtù dei versamenti del datore di lavoro, sussiste o meno il diritto all’APe?
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I requisiti per accedere all’APe: 63 anni di età, 20 anni di contributi, pensione pari almeno a 1,4 volte il minimo (circa 700 euro lordi), massimo 3 anni e sette mesi al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Ricordiamo che resta ferma l’altra possibilità di esodo anticipato per i lavoratori dipendenti, prevista dalla Riforma Fornero 92/2012, in base alla quale possono ritirarsi i lavoratori a cui mancano 4 anni alla pensione. In questo caso, anche il trattamento che accompagna il dipendente fino alla pensione è finanziato dall’impresa.