La rottamazione delle cartelle esattoriali intralcia il procedimento del DURC: le imprese che aderiscono alla definizione agevolata non riescono ad avere il documento di regolarità contributiva fino al pagamento della prima rata, quindi fino al prossimo mese di luglio: la questione è sollevata da associazioni imprenditoriali e professionisti (Confartigianato Imprese Veneto, CNA Trentino Alto Adige, Consulenti del Lavoro), che chiedono un intervento normativo o un provvedimento di prassi che risolva il problema.
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Il punto è il seguente: l’impresa che chiede l’accesso alla definizione agevolata delle cartelle esattoriali relative a contributi previdenziali in base a quanto previsto dal Dl 193/2016, risulta con DURC irregolare fino a quando non paga la prima o unica rata prevista dal piano messo a punto con Equitalia in seguito alla richiesta. Con la conseguenza che risulta pregiudicata la partecipazione a gare e appalti e a tutti gli adempimenti che richiedono un DURC in corso di validità.
Le segnalazioni sul problema arrivano da più parti. Lo segnala ad esempio Andrea Bissoli, Confartigianato Verona:
«Se l’INPS non accetterà di riconoscere la rottamazione delle cartelle Equitalia ai fini del rilascio del DURC, il cui pagamento della prima rata è oggi condizione sufficiente al rilascio della certificazione considerata ormai essenziale per molte imprese dell’artigianato, migliaia di aziende artigiane, ad esempio dell’edilizia e del conto terzi, non potendo avere il DURC fino al prossimo luglio, dovranno bloccare completamente la loro attività».
Stesso problema viene segnalato da Pino Salvadori, direttore CNA Trentino Alto Adige: l’INPS non recepisce la richiesta di rottamazione per rilasciare il DURC.
«E se il contribuente ha bisogno di un DURC», l’istituto di previdenza «consiglia di rinunciare alla rottamazione delle cartelle Equitalia, operazione che non sappiamo sia possibile (in realtà è possibile, rinunciare entro marzo, ndr), e di chiedere una rateizzazione tradizionale, pagando agi, sanzioni e interessi su interessi. Proprio quelli che avevano convinto il Governo a prevedere la rottamazione delle cartelle. Chiediamo che venga al più presto chiarita la situazione. Abbiamo già informato gli uffici nazionali CNA per intervenire ai massimi livelli con il Governo, l’Inps, Equitalia e tutti i soggetti coinvolti nel rilascio dei DURC».
Si è rivolto sia all’INPS sia a Equitalia anche Vincenzo Oliveri, vicepresidente del Consiglio dei Consulenti del Lavoro.
=> Rottamazione cartelle, rinuncia entro marzo
La procedura per la rottamazione delle cartelle è la seguente: si presenta la domanda a Equitalia entro il 31 marzo 2017, l’agente della riscossione entro il successivo 31 maggio risponde al contribuente. Se la domanda viene accolta, la risposta contiene anche piano di rateazione e e bollettini per le rate. Il primo pagamento avviene nel luglio 2017.
Possono aderire alla rottamazione cartelle esattoriali anche i contribuenti, imprese comprese, che avevano in corso un piano di rateazione. E qui c’è un’ulteriore complicazione, perché contrariamente a quanto avviene con la definizione agevolata, la rateazione non impatta sul DURC. Significa che se un’impresa che aveva in corso una rateazione sceglie di aderire alla rottamazione resta senza DURC, con tutte le conseguenza che questo comporta.
Un evidente disallineamento normativo, se si pensa che la rottamazione è stata prevista proprio per agevolare la regolarizzazione fiscale e contributiva, prevedendo condizioni più favorevoli rispetto alla rateazione delle cartelle (perché non si pagano le sanzioni e gli interessi di mora).