Con la riforma dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è stata ridotta drasticamente la platea dei beneficiari di servizi socio-sanitari, assistenziali e prestazioni di welfare.
A confermare quelle che erano le previsioni, alla luce delle novità introdotte nel calcolo dell’indicatore dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159 del 5 dicembre 2013, è il rapporto annuale 2015, primo anno di applicazione del nuovo ISEE, diffuso dal Ministero del Lavoro.
=> ISEE: novità e calcolo dell’Indicatore
In particolare:
- le DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) con patrimonio mobiliare nullo sono passate dal 66,8% (anno 2014) al 14,1% (anno 2015) per effetto del rilevamento automatico dei dati presso l’anagrafe tributaria;
- in parallelo il valore medio dell’ISEE è più che raddoppiato passando da 6.700 a 14.700 euro;
- le famiglie che hanno fatto richiesta dell’ISEE, ovvero che hanno presentato una DSU a fini ISEE nel 2015, sono state 4 milioni e 165 mila, per un totale di oltre 13 milioni di persone interessate pari al 21% della popolazione residente, a fronte di poco più di una persona su quattro nel 2014 (il 27,6%), con un calo quindi di circa sei punti;
- la distribuzione regionale si dimostra più omogenea del passato e non vi sembrano più essere anomalie quali quelle di regioni in cui, in presenza di un’offerta di servizi molto bassa, oltre il 60% della popolazione era coperto da ISEE;
- la modifica dei termini di validità dell’ISEE, spostata all’anno civile invece che all’anno solare, ha ridotto le presentazioni ripetute di DSU da parte dello stesso nucleo familiare durante lo stesso anno, passate dal 18% al 5,5%.