Tratto dallo speciale:

Canone RAI in bolletta, caos su esempi irregolari

di Barbara Weisz

Pubblicato 19 Aprile 2016
Aggiornato 9 Marzo 2018 19:02

logo PMI+ logo PMI+
L'Agenzia delle Entrate pubblica esempi di esenzione dal canone RAI in bolletta elettrica irregolari e incompleti: caos tra i contribuenti a ridosso delle scadenze.

Diciamocelo: l’esordio del canone RAI in bolletta non è propriamente dei migliori. Dopo la bocciatura del Consiglio di Stato sul decreto attuativo (non è chiaro se le imminenti scadenze previste restano confermate), arrivano le indicazioni a dir poco controverse dell’Agenzia delle Entrate. Gli esempi riportati nelle sue FAQ sui casi di esonero contemplano situazioni di irregolarità, a partire dagli utenti che stipulano irregolarmente utenze residenziali in abitazioni diverse da quelle in cui hanno la residenza.

=> Canone RAI in bolletta: stop dal Consiglio di Stato

La polemica che ne è seguita riguarda dunque gli esempi proposti e pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che hanno l’obiettivo di chiarire al contribuente come comportarsi con la dichiarazione di esenzione (scarica il modello). Tra i casi particolari rientrano le presunzioni di addebito a coniugi con diverse abitazioni e utenze, da regolarizzarsi tramite autocertificazione.

Esempi illeciti

Fra questi, ce ne sono alcuni che fanno discutere: l’esempio n.4 ipotizza due coniugi con residenza anagrafica nella stessa abitazione (utenza elettrica è intestata al marito) ma proprietari di un altro immobile con altra utenza elettrica residenziale, questa volta intestata alla moglie.

=> Esenzione canone RAI: esempi di compilazione

Secondo il Fisco, in questo caso la moglie può presentare la dichiarazione sostituiva per la seconda casa, perché il canone RAI viene già pagato dal marito nella bolletta della prima casa. Peccato che non sia regolare stipulare un contratto di tipo residenziale (che costa meno) in un casa in cui non si è residenti. Invece di non contemplare affatto una casistica illecita, l‘Agenzia delle Entrate si limita ad un vago:

«resta da valutare la situazione dell’abitazione per la quale c’è un’utenza elettrica di tipo residenziale ma dove non è residente alcun componente della famiglia».

Come sarebbe resta da valutare? O la moglie risiede effettivamente nell’abitazione in oggetto e dunque paga il canone RAI (esempio N.5) oppure l’utenza elettrica deve essere di tipo abitativo non residenziale. In questo caso, per la seconda casa non si paga il canone RAI ma la bolletta della luce sarà più alta. Non sembra che ci siano grandi valutazioni da fare.

Diverso è invece il caso di Canone RAI in bolletta per coniugi con diversa residenza: in questo caso pagano entrambi, come stabilito dalla riforma 2016 del Canone RAI.

Esempi controversi

Altro esempio contestato, il n. 6: famiglia composta da genitori e figli che risiedono tutti in un’abitazione e hanno una seconda casa data in affitto, con utenza elettrica intestata alla moglie. Secondo l’Agenzia delle Entrate, questa può presentare domanda di esenzione perché paga già il canone con l’utenza della prima casa. Il problema è che, in questo caso, il canone andrebbe pagato dall’inquilino, al quale dovrebbe anche essere intestata la bolletta della luce.

L’esempio n.7 evidenzia invece una lacuna legislativa: due coniugi hanno la casa di residenza con bolletta intestata la marito e una seconda casa con utenza a carico della moglie, nella quale vivono i figli. Come funziona il canone RAI? La moglie presenta richiesta di esenzione perché l’abbonamento è già pagato dal marito, ma i figli, che hanno residenza anagrafica nella seconda casa dei genitori? Risposta delle Entrate:

«costituiscono un’autonoma famiglia anagrafica e sono tenuti al pagamento del canone con le modalità che saranno previste da un prossimo decreto».

Quale decreto? Quello messo a punto dal Ministero, che non ha passato il vaglio del Consiglio di Stato e va corretto? Oppure c’è in arrivo un altro decreto?

In effetti, di un altro decreto in arrivo si parla in diversi esempi, compresa la situazione degli inquilini che vivono in abitazioni con utenze intestate al proprietario di casa. In questo caso il proprietario presenta dichiarazione di esenzione perché l’abbonamento RAI spetta all’inquilino; ma se quest’ultimo non è intestatario della bolletta non ci sono indicazioni su come addebitargli il canone!

Come prevedibile da più parti (associazioni di consumatori, forze politiche) arrivano una serie di ulteriori dubbi: come si comportano persone conviventi che non hanno spostato la residenza e possiedono più televisori? Colf e badanti sono esclusi dal Canone RAI addebitato all’intestatario dell’utenza ma gli altri conviventi?

Va detto che all’origine di tutto questo caos c’è la mancanza di un decreto attuativo che rappresenti un testo di riferimento, per cui l’Agenzia delle Entrate si è trovata ad approvare la modulistica e a disporre istruzioni operative senza avere un reale riferimento normativo. Eppure il Governo conferma tutte le scadenze: per il viceministro dell’Economia, Enrico Morando,

“Il Canone RAI si pagherà a luglio in bolletta. Problemi e polemiche sono assolutamente ingigantiti”.Dal Consiglio di Stato sono arrivate delle indicazioni per alcune modifiche che il Governo provvederà ad apportare, per cui la scadenza di luglio resterà valida”.