Si registra un miglioramento nei tempi di pagamento delle aziende italiane, con una buona performance in particolare per le PMI: gli ultimi dati CRIBIS D&B, aggiornati a fine marzo 2016, vedono in calo del 12,1% i ritardi gravi, ovvero oltre i 30 giorni. Si tratta si un segnale positivo, che indica un afflusso più regolare di liquidità nelle casse delle imprese e una conseguente minor difficoltà a saldare le fatture nei tempi previsti. Ma i livelli pre-crisi sono ancora lontani. Vediamo i dati completi.
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C’è ancora una buona metà di imprese (51,1%), che non rispetta le scadenze ma paga comunque entro i primi 30 giorni di ritardo. Il 35,1% effettua invece i pagamenti con puntualità, mentre resta un 13,8% che paga con ritardi gravi. Si tratta del livello minimo degli ultimi sei anni, anche se rispetto al quarto trimestre del 2010 la percentuale è più che raddoppiata (era al 5,5%).
Il settore che ha sofferto maggiormente la crisi è il commercio al dettaglio, con un’impresa su quattro (24,9%), che paga puntualmente, dato nettamente al di sotto della media, e il 22% che invece ritarda oltre i 30 giorni, mentre il settore che è rimasto più stabile sul fronte della puntualità dei pagamenti è quello relativo a trasporti e distribuzione (la percentuale di cattivi pagatori dalla fine del 2010 è salita “solo” del 46,9%. Il più alto numero di imprese puntuali nei pagamenti è quello dei servizi finanziari, con quasi la metà delle aziende (il 45%), che onora le scadenze pattuite. Segue l’edilizia, con il 39,4% di imprese puntuali, e l’11,6% di ritardi gravi.
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Interessanti i dati relativi alle PMI. Le micro realtà pagano con puntualità superiore alla media (36,2%), ma sono anche quelle che più spesso si trovano in dififfiocltà nel rispettare le scadenze, con il 15,1% che paga con ritardi superiori a un mese. Più stabili le PMI, che pagano al termine stabilito nel 34,4%, e limitano i ritardi gravi all’8,6%. Viceversa, le grandi imprese rispettano molto meno le scadenze (14,4%), ma raramente vanno oltre i 30 giorni (7,2%). Per le grandi imprese, la percentuale di cattivi pagatori non è salita negli ultimi sei anni, anzi è diminuita di circa il 10%.
Infine, la distribuzione geografica: maggiormente puntuali le imprese del Nord Est, 43,5%, con proroghe oltre i 30 giorni limitate all’8,1% dei casi, mentre nel Sud e nelle Isole le imprese che registrano gravi ritardi sono più numerose di quelle che rispettano i termini stabiliti con i fornitori, 23,2 contro 22,1%. Nelle regioni del Nord Ovest, pagamenti puntuali al 41,5%, ritardi gravi al 9%, mentre nel centro Italia il 31,1% di imprese è regolare ma sale al 16,4% il numero di cattivi pagatori.
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La Regione più puntuale è la Lombardia, che con il 45,2% di imprese che pagano alla scadenza supera l’Emilia Romagna, che si ferma al 44,9%. Fanalini di coda, la Sicilia (18,7 di pagamento regolari, 25,1% di gravi ritardi), la Calabria (puntualità al 20,6%), Campania (20,8%), Sardegna (22,2%). A livello provinciale, Sondrio si conferma la più virtuosa, mentre a fondo classifica si trova Caserta, seguita da Reggio Calabria, Palermo e Napoli.