Saranno diversi i contribuenti che nei prossimi giorni troveranno nella propria cassetta postale una lettera il cui mittente è l'Agenzia delle Entrate. Cosa avrà mai da dire l'agenzia fiscale del Ministero delle Finanze ai propri contribuenti? Per il momento niente per cui temere ma è bene non sottovalutare il messaggio che il Fisco intende trasmettere.
Per dirla breve la missiva conterrà l'avvertimento di aver rilevato uno squilibrio tra il reddito complessivo e quello sinteticamente attribuibile al contribuente. Detto così potrebbe apparire ironico e al contempo inquietante soprattutto per chi quella lettera proprio non se l'aspetta. Il consiglio rivolto al contribuente è quello di rivedere il proprio comportamento adottato in sede di dichiarazione dei redditi. Insomma una comunicazione formale che fa notare al contribuente quanto il Fisco lo stia tenendo d'occhio.
L'obiettivo è quello di sensibilizzare il contribuente ad adottare un comportamento morigerato in vista delle prossime dichiarazioni dei redditi al fine evitare costose e defatiganti azioni finali che prevedono in primis l'inserimento del nominativo del contribuente nelle liste dei controlli annuali.
Responsabile di questa angosciante procedura è lo Spesometro ossia la procedura avviata dal Fisco il cui obiettivo è quello di individuare tutti quei contribuenti che presentano un anomalo rapporto capacità di spesa/spese effettivamente sostenute. In pratica il reddito dichiarato dal contribuente al momento della dichiarazione viene confrontato con la spesa sostenuta dallo stesso. Se il rapporto che ne deriva è all'esterno di un range che ne determina l'equità il contribuente viene avvertito per lettera nella quale si auspica una rettifica del proprio comportamento nei confronti del Fisco.
E' molto importante, quindi, che la comunicazione non venga sottovalutata anzi il contribuente dovrà dotarsi di ogni forma di buona volontà per rettificare l’improbo comportamento rendendo le proprie dichiarazioni più coerenti tra comportamenti di spesa e dichiarazioni fiscali.
La soluzione arriva dalla conservazione dei documenti probatori che avvalorino la congruità del reddito dichiarato rispetto al tenore di vita. Sarà , infatti, questa la dimostrazione di lealtà del contribuente nei confronti del Fisco.