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Riforma del reddito agrario: novità per imprese e produzioni

di Anna Fabi

6 Dicembre 2024 09:01

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Riforma del reddito agrario: nel novero anche la produzione di vegetali fuori suolo con tecniche innovative e nuovo calcolo per le produzioni fuori suolo.

Arrivano importanti novità in materia di reddito agrario con il decreto IRPEF-IRES attuativo della Riforma Fiscale, approvato in via definitiva dal Governo il 3 dicembre e ora atteso in Gazzetta Ufficiale.

Per prima cosa si amplia la platea delle imprese agricole, inserendo anche produzioni di vegetali realizzate mediante i più evoluti sistemi di coltivazione come vertical farm e colture idroponiche. Rientra poi nel reddito agrario anche la produzione di beni agricoli che concorrono alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici.

Vengono anche fissati nuovi criteri per determinare alcune tipologie di reddito agrario, in attesa di un decreto interministeriale che individui nuove classi e qualità di coltura. Infine, ci sono modifiche ai regimi forfettari opzionali di settore, che coordinano le norme con le nuove fattispecie di reddito agrario introdotte.

Riforma reddito agrario: come cambiano le attività agricole

Attualmente, si considerano attività agricole: coltivazione del terreno e silvicoltura, allevamento di animali con mangimi ottenibili per almeno un quarto dal terreno, attività di produzione di vegetali tramite l’utilizzo di strutture fisse o mobili, anche provvisorie, se la superficie adibita alla produzione non eccede il doppio di quella del terreno su cui la produzione stessa insiste. E attività agricole connesse dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione o dall’allevamento di animali. In questo caso, i beni sono individuati, ogni due anni, con decreto ministeriale.

Con la riforma, vengono ricondotte nel novero delle attività agricole principali nuove produzioni di vegetali realizzate mediante sistemi di coltivazione evoluti come le vertical farm e le colture idroponiche. Queste tecniche, si legge nella relazione illustrativa, sono in grado di ridurre il consumo di acqua, rendere più salubri i prodotti vegetali, sottrarre determinate produzioni di carattere vegetale agli effetti distruttivi dei cambiamenti climatici. Si tratta di attività che possono essere realizzate in serra ma anche in altre strutture, come fabbricati a destinazione agricola, industriale, commerciale e artigianale, dismessi e riconvertiti.

Un’altra disposizione riconduce nell’ambito del reddito agrario le attività dirette alla produzione di beni, anche immateriali, rinvenienti dalle attività di coltivazione, allevamento e silvicoltura, che concorrono alla tutela dell’ambiente e alla lotta ai cambiamenti climatici, compresi quelli debitamente certificati.

Produzioni fuori suolo: nuovo calcolo del reddito agrario

Fino a quando non interverrà un decreto ministeriale di riordino, i redditi dominicale e agrario delle colture prodotte utilizzando immobili oggetto di censimento al Catasto dei Fabbricati, sono determinati mediante l’applicazione alla superficie della particella catastale su cui insiste l’immobile della tariffa d’estimo più alta in vigore nella provincia in cui è censita la particella, incrementata del 400%.

Questa maggiorazione è giustificata dalla maggiore produttività di queste colture determinata dall’utilizzo di tecnologie e sistemi di produzione innovativi.

E’ comunque previsto che il reddito dominicale non possa essere inferiore alla rendita catastale attribuita all’immobile destinato alle attività dirette alla produzione di vegetali di cui all’articolo 32, comma 2, lettera b-bis.

Attenzione: gli immobili dati in locazione ed eventualmente utilizzati nello svolgimento delle attività di produzione innovativa sopra descritta continuano ad essere tassati come redditi da fabbricati.

Infine, vengono definiti i criteri per applicare i regime forfettari agricoltura alle nuove attività inserite nel reddito agrario.