Dal mondo delle Professioni continuano ad arrivare richieste di proroga rispetto al termine di adesione al Concordato Preventivo Biennale. Dopo i Commercialisti, anche i Consulenti del Lavoro insistono per far slittare la data del 31 ottobre.
Intanto, una inconsueta forma di protesta è stata organizzata in questi giorni a Milano da Federcontribuenti. In diversi punti della città sono affissi striscioni con scritto Non cadere della trappola. Una frase a effetto per invitare i contribuenti a informarsi meglio sul nuovo strumento introdotto dalla Riforma Fiscale.
CPB: richiesta di proroga dopo il 31 ottobre
Nelle scorse settimane, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) ha ufficialmente inviato una richiesta di rinvio per la scadenza di adesione al Concordato Preventivo Biennale (CPB) fissata per il 31 ottobre, contestualmente al termine ultimo per la presentazione dei Modelli Redditi 2024.
I Commercialisti chiedono più tempo in considerazione della complessità delle norme, dei molteplici aggiornamenti legislativi che si sono susseguiti e della necessità di effettuare analisi predittive per stabilire la convenienza o meno dell’adesione.
Su questo punto insistono anche i Consulenti del Lavoro, sottolineando le stesse difficoltà operative e introducendo anche dubbi di leggitimità: le ultime novità normative sono intervenute eccessivamente a ridosso della scadenza.
Lo Statuto del Contribuente prevede che ogni nuova disposizione fiscale non possa prevedere nuovi adempimenti prima di 60 giorni quando invece a ottobre si sono succedute ben due novità legislative sullo strumento che prevede l’adesione entro fine mese.
La protesta di Federcontribuenti
La protesta si focalizza invece sulla carenza informativa. Non a caso, sugli striscioni c’è un QR code per scaricare una guida con tutti i dettagli sul CPB.
«Non contestiamo la misura ma le modalità con cui viene spiegata e proposta ai cittadini – spiega Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti -. Modalità che, come abbiamo esposto al Garante dei Contribuenti, riteniamo lesive della libertà decisionale del contribuente e in contrasto con i principi costituzionali di equità e trasparenza».