Prosegue l’iter di approvazione del Decreto Omnibus, destinato a introdurre novità anche in materia di condono fiscale a vantaggio di una specifica categoria di contribuenti: le Partite IVA.
Come previsto dal decreto, che dovrà essere convertito in legge entro l’8 ottobre, soggetti ISA e Forfettari potranno beneficiare di una speciale sanatoria sui redditi non dichiarati con adesione entro il 31 ottobre 2024 al Concordato Preventivo Biennale (CPB).
Il Governo non lo chiama condono ma nei fatti poco ci manca, considerato che la sanatoria consente di far emergere redditi omessi pagando fino ad un massimo del 15% di tasse su un imponibile emerso detassato come minim0 del 50%.
Riepiloghiamo di seguito, brevemente, come funziona e a chi conviene.
Condono fiscale CPB sui redditi omessi dal 2018
Chi sceglie di accettare la proposta del Fisco sull’imponibile annuale (Forfettari) o biennale (soggetti ISA) su cui pagare le tasse, potrà poi regolarizzare anche fino a cinque anni d’imposta (2018-2022). Aderendo al Concordato Preventivo, si ottiene anche la proroga della scadenza sull’accertamento fino al 31 dicembre 2027.
Chi aderisce al CPB potrà pagare le imposte ultra-ridotte sui redditi omessi, fruendo di aliquote che variano dal 3% al 15% senza interessi né sanzioni, applicate peraltro ad un reddito ridotto di almeno il 50% del valore tassabile in oririgine.
La normativa, infatti, stabilisce la possibilità di dichiarare solo una parte dell’imponibile evaso tenendo conto del punteggio ISA: un Indice di Affidabilità Fiscale elevato significherà far emergere il 5% del totale, mentre un ISA inferiore a 3 porterà al pagamento su un massimo del 50% del reddito omesso.
I vantaggi della flat tax sul maggior reddito prodotto
Per convincere gli scettici, è anche prevista la possibilità di applicazione di imposte sostitutive (flat tax) che spaziano dal 10% al 15% (sempre in base agli ISA) sul maggior reddito prodotto nell’anno precedente rispetto a quello concordato con il Fisco. Non solo: l’aliquota è ridotta ulteriormente per gli anni 2020-2021 (il periodo del Covid).
Insomma, il Governo ce la sta mettendo tutta per sdoganare il concordato preventivo, su cui ha scommesso per fare cassa e finanziare la Manovra 2025. E per farlo non sceglie soltanto gli incentivi del condono ma anche le minacce: chi non aderisce sarà con molta probabilità soggetto ad accertamento fiscale.