Superbonus al capolinea: entro il 31 ottobre, i contribuenti a basso reddito che entro dicembre avevano ultimato il 60% di interventi agevolati possono chiedere il contributo a fondo perduto per la parte di spesa non detraibile. Poi dal 2025, la detrazione resterà applicabile soltanto a coloro i quali avevano debilerato i lavori oppure presentato la CILAS entro il 15 ottobre 2024.
Nel frattempo, è in scadenza il contributo per le famiglie a basso reddito ritrovatesi lo scorso anno tra i cosiddetti esodati del Superbonus: l’Agenzia delle Entrate ha approvato i modelli di domanda e le istruzioni per presentarla a metà settembre e lo sportello per la domanda si chiude a fine ottobre.
Vediamo tutto in dettaglio.
In cosa consiste il contributo Superbonus
Si tratta dell’operatività della norma prevista dall’articolo 1, comma 2, del dl 212/2023, che prevede un aiuto economico per compensare il calo delle aliquote agevolative del Superbonus sui lavori effettuati nel 2024 al 70%. L’agevolazione dunque è rivolta esclusivamente a una platea di contribuenti che stavano già effettuando i lavori nel 2023 con un’aliquota più alta e che dal 2024 per proseguirli devono sostenere una spesa maggiore in considerazione del ridursi della detrazione al 70%.
I contribuenti con reddito fino a 15mila euro possono quindi coprire il rimanente 30% delle spese con un contributo statale, che spetta per gli interventi realizzati fra il primo gennaio e il 31 ottobre 2024. Per avere diritto a questo beneficio fiscale, devono avere ultimato almeno il 60% dei lavori al 31 dicembre 2023.
Come si presenta la domanda di contributo
Le indicazioni operative sono contenute nel provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate datato 18 settembre 2024 e contente la “Definizione del contenuto informativo, delle modalità e dei termini di presentazione dell’istanza per il riconoscimento del contributo a fondo perduto di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, convertito dalla legge 22 febbraio 2024, n. 17”.
La domanda si presenta esclusivamente per via telematica, utilizzando l’apposito servizio web nell’area riservata del portale delle Entrate, anche tramite intermediario. Il termine ultimo è il 31 ottobre 2024.
Il modello di domanda
Il modello approvato si compone di un frontespizio per indicare i dati del richiedente e di tre Quadri. In base alle istruzioni, per la compilazione si procede nel seguente modo:
- nel frontespizio si indicano codice fiscale, dichiarazione sostitutiva di atto notorio sul possesso dei requisiti, titolarità della proprietà, IBAN del conto corrente;
- il Quadro A è dedicato ai dati catastali dell’immobile;
- il Quadro B è il più complesso da compilare, contiene i dati sul reddito dei componenti del nucleo familiare e sulle spese agevolabili sostenute (nel caso in cui più familiari abbiano partecipato a pagare i lavori, vanno indicati tutti i codici fiscali e la quota di spesa di ognuno);
- il Quadro C contiene solo il riepilogo della spesa sostenuta, di quella agevolabile e della percentuale rimasta a carico del contribuente (su questa parte interviene il beneficio fiscale, con il contributo a fondo perduto).
NB: il sistema consente al contribuente anche di inviare una nuova istanza sostitutiva di una precedentemente trasmessa, e in questo caso l’ultimo documento sostituisce integralmente quelli precedentemente inviati; è anche possibile presentare una rinuncia alla domanda precedentemente trasmessa, da intendersi come rinuncia totale al contributo.
La procedura di accredito del contributo
A seguito della presentazione dell’istanza la procedura web rilascia una prima ricevuta di presa in carico, consultabile nella sezione “Servizi – Consultazioni e ricerca – Ricerca ricevute” della propria area riservata.
Il Fisco effettua poi verifiche e controlli e nel caso in cui riscontri la correttezza dei dati versa il contributo sull’IBAN indicato nella domanda. Se riscontra incongruenze, può procedere allo scarto dell’istanza.
Come si calcola il contributo
Il contributo mira a coprire il 30% di spesa rimasto a carico del contribuente ma c’è un limite rappresentato dalle risorse a disposizione, pari a 16 milioni 441mila euro, superate le quali l’Agenzia delle Entrate effettuerà – e comunicherà diritto entro il 30 novembre – le percentuali di ripartizione tra gli aventi, con apposito provvedimento.
Se le risorse saranno sufficienti, la somma versata al contribuente a titolo di contributo a fondo perduto sarà pari al minore tra l’importo della spesa agevolabile rimasta a suo carico e il 30% del limite massimo agevolabile attribuibile al richiedente.
Nel caso in cui ci siano più persone a sostenere le spese, il tetto massimo di 96mila euro si divide fra i contribuenti che partecipano al finanziamento dell’intervento edilizio. Se d esempio sono tre, il tetto massimo agevolabile sarà pari a 32mila euro per ciascuno ed il contributo non potrà eccedere 9.600 euro (30% di 32mila).
Addio al Superbonus in Manovra 2025
Come anticipato, il 2025 segna nella pratica l’addio alla misura. Il ddl della Manovra 2025 prevede che la detrazione decennale per i lavori di riqualificazione sia ancora utilizzabile soltanto per coloro i quali entro il 15 ottobre 2024 avevano già deliberato i lavori o avevano presentato la CILA asseverata.
Nel 2025, tra l’altro, prende corpo la riforma delle detrazioni edilizie, con l’allineamento delle aliquote agevolative dell’Ecobonus sulle riqualificazioni rispetto al Bonus Ristrutturazioni, in entrambi in casa con una stretta meno severa soltanto per i possessori di prime case (detrazione al 50%), mentre per gli altri si scende al 36%. Differenti, invece, le agevolazioni negli anni a seguire, con l’Ecobonus al momento previsto soltanto per due anni.