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Concordato biennale: nuova ipotesi di sanatoria

di Teresa Barone

17 Settembre 2024 10:36

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Emendamento al Decreto Omnibus: pace fiscale anche per gli anni dal 2018 al 2023 per chi sceglie il concordato biennale.

Grazie a un nuovo correttivo al Decreto Omnibus, per i contribuenti che aderiranno al concordato preventivo biennale previsto per il 2024-25 entro il 31 ottobre ci sarà la possibilità di ottenere un ravvedimento speciale anche per gli anni compresi dal 2018 al 2023.

La nuova ipotesi di sanatoria sul concordato biennale è stata avanzata con un emendamento di maggioranza firmato da FDI (Fausto Orsomarso), Lega (Massimo Garavaglia) e FI (Dario Damiani).

CPB: proposta di pace fiscale per redditi omessi

Accedendo al ravvedimento speciale, i contribuenti che scelgono il CPB (Concordato Preventivo Biennale) potrebbero versare un’imposta sostitutiva parametrata al punteggio di affidabilità fiscale, affrancandosi dalla possibilità di controlli anche per gli anni dal 2018 al 2023.

Le omissioni dichiarative, in sostanza, potrebbero essere sanate versando una flat tax dal 10% al 15% che tiene conto del punteggio ISA.

Alle regole previste per il quinquennio 2018-2023 si affiancano quelle ancor più vantaggiose che si punta ad introdurre per gli anni dell’emergenza Covid.

Obiettivo primario dell’emendamento è quello di aumentare la platea di adesioni al concordato biennale, includendo anche i redditi non dichiarati in precedenza e fino al 2018. In caso di redditi omessi per le annualità 2020 e 2021, l’imposta sostitutivasarebbe ulteriormente in considerazione dell’emergenza Covid.

Le novità nel Decreto Omibus e in Manovra 2025

L’esame degli emendamenti presentati al Decreto Omnibus è in programma per la seconda metà di settembre. Dunque è ancora presto per sapere se la proposta sarà approvata. Essendo stata avanzata da partiti di maggioranza ha comunque serie chance di essere valutata positivamente.

Tutto dipendederà dalle ricadute per le casse dello Stato e dalla convenienza per l’Erario rispetto ai benefici stimati in relazione all’extra-gettito atteso dal CPB, su cui il Governo punta per finanziare la Manovra 2025.

Anche a costo di “spingere” sulla compliance e sul ravvedimento speciale, strumento ormai sdoganato seppur finora solo parzialmente utilizzato, considerato che non si tratta di un condono ma di una regolarizzazione agevolata.