Per riavviare una nuova attività a Partita IVA in seguito alla cessazione d’ufficio per irregolarità, i tempi di attesa sono decisamente più lunghi rispetto a quelli ordinari.
Dietro a questo ritardo si cela la necessità di effettuare controlli rafforzati da parte dell’Agenzia delle Entrate, chiamata a mettere in atto una procedura specifica introdotta dalla nuova normativa.
Cessazione d’ufficio per le Partite IVA irregolari
A fornire chiarimenti in merito ai tempi di riapertura della partita IVA è stato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, nel corso dell’interrogazione presso la Commissione Finanze della Camera, tenutasi nei giorni scorsi.
Per limitare il fenomeno delle cessazioni delle Partite IVA aperte e subito chiuse prima di versare le imposte, la Legge di Bilancio (articolo 1, comma 148, legge n. 197/2022 e articolo 1, comma 99, legge 213/2023) ha previsto l’ordine di cessazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, in caso di particolari profili di rischio e al fine di limitare l’evasione fiscale.
La cessazione (anche per le operazioni intra-UE nell’ambito del VIES.) avviene se il contribuente in questione, invitato a comparire per spiegare le proprie ragioni, non si presenta al contraddittorio.
Riapertura delle Partite IVA apri e chiudi
Per ottenere la riapertura, tuttavia, il contribuente (titolare dell’impresa individuale, lavoratore autonomo o legale rappresentate di società, associazioni o Enti) deve presentare una polizza fideiussoria o una fideiussione bancaria di almeno 50mila euro, di durata triennale. Ma non solo: come ha ricorsato il Sottosegretaio Federico Freni, i controlli preventivi da effettuarsi prima della riapertura:
sono più ampi rispetto a quelli ordinari in quanto, come detto, devono essere effettuati dai competenti uffici dell’Agenzia i necessari controlli previsti dalla normativa sopra richiamata.
Il riferimento è ai provvedimenti di cui all’articolo 35, commi 15-bis e 15-bis.1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, che la Manovra 2023 ha ripreso (introducendo il comma 15-bis.1 all’articolo 35 del Decreto IVA) per contrastare il fenomeno delle “Partite IVA apri e chiudi” avviate al solo scopo di aggirare il Fisco.
Al momento della richiesta di attribuzione di una nuova partita IVA da parte del soggetto cessato, infatti, scattano i controlli mirati individuati con provvedimento del 16 maggio 2023 (in allegato al provvedimento c’è anche il fac-simile della polizza). Che inevitabilmente allungano le tempistiche per la riapertura.