Sono parecchie le novità approvate nel Consiglio dei Ministri del 26 luglio sul Concordato Preventivo Preventivo Biennale e sul calendario fiscale 2024.
Innanzitutto, c’è l’attesa proroga a fine ottobre per la presentazione del Modello Redditi. Ci sono poi le nuove regole sul CPB che vanno a favore del contribuente con il chiaro obiettivo di stimolare l’adesione a un istituto che, evidentemente, al momento non ha riscosso il successo sperato. Infine, è stato disposto un raddoppio dei termini per pagare gli avvisi bonari.
Vediamo tutto.
Modello Redditi 2024 e adesione CPB entro il 31 ottobre
Per quanto riguarda il calendario fiscale, la proroga è tendenzialmente collegata alle novità sul Concordato, perché tende a dare più tempo ai contribuenti per decidere sull’adesione a questo nuovo strumento fiscale.
A tale scopo, si prevede che il Modello Redditi si possa presentare fino al 31 ottobre 2024. E’ uno slittamento di 15 giorni rispetto alla data del 15 ottobre precedentemente previsto.
E, automaticamente, diventa anche il termine per l’adesione al CPB.
Concordato Preventivo: le modifiche
Il Concordato Preventivo, lo ricordiamo, prevede che il Fisco proponga al contribuente un imponibile sul quale pagare le tasse per due anni. Fanno eccezione coloro che applicano il Regime Forfettario, per i quali la proposta vale per una sola annualità.
La novità approvata in CdM riguarda il metodo con cui si pagano le tasse. Tendenzialmente, la regola generale è che non ci sono variazioni rispetto al regime fiscale adottato dal contribuente: all’imponibile concordato con il Fisco si applicano le normali aliquote, oppure la flat tax per chi è nel Forfetario.
Il Governo ha però introdotto adesso anche un nuovo meccanismo: sulla maggiorazione di reddito proposto, si applicano aliquote più favorevoli, che possono andare dal 10 al 15% a seconda dell’affidabilità fiscale. In attesa di conferme una volta che sarà pubblicato il testo del decreto, pari capire che l’aliquota agevolata si paghi esclusivamente sulla differenza fra il reddito concordato e quello dichiarato l’anno precdente.
In pratica, sarebbe una sorta di tassazione agevolata sul reddito incrementale previsto dal concordato, e non un’estensione della flat tax sull’intero imponibile a tutti coloro che scelgono di aderire al concordato preventivo biennale.
Non ci sono al momento indicazioni ufficiali sulla quantificazione di questa tassazione opzionale. Le richiese dei Commercialisti prevedono tre aliquote, 10%, 12% e 15%: la prima per i contribuenti più affidabili, con punteggio ISA da 8 a 10; l’imposta salirebbe al 12% con “pagella” tra 6 e 8 e al 15% con indice sintetico di affidabilità fiscale inferiore a 6.
La ratio della norma è quella di incentivare l’adesione al concordato, uno strumento dal quale il Governo spera di incrementare il gettito fiscale in vista della prossima Legge di Bilancio 2025, che deve rifinanziare la riforma IRPEF e il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti. Senza fare ricorso al deficit in considerazione della procedura d’infrazione europea.
Le altre novità su Concordato e Adempimento Collaborativo
Fra le altre novità inserite nel decreto dal Governo:
- protezione dagli accertamenti basati su presunzioni semplici anche per i Forfettari e sul’IVA per i contribuenti ISA,
- ampliamento da 30 a 60 giorni del termine per la definizione degli avvisi bonari,
- sull’Adempimento Collaborativo, niente sanzioni amministrative per violazioni relative a rischi fiscali comunicati preventivamente.