La Commissione Finanze e Tesoro ha fornito parere favorevole sulla riforma fiscale nel suo obiettivo di riscrivere il rapporto tra Fisco e contribuenti, ma sollecitando anche un rapido intervento del Governo in materia di strumenti induttivi di ricostruzione del reddito.
Il decreto attuativo della riforma del Redditometro, infatti, è stato bloccato ma non cancellato, limitando al momento l’applicazione dell’accertamento sintetico ai grandi o totali evasori.
Redditometro: prime indicazioni sui prossimi utilizzi
Le indicazioni sono indirizzate a definire alcuni correttivi alla riforma fiscale, a fine di dare un nuovo nome ed un nuovo utilizzo all’attuale Redditometro.
In materia di accertamento induttivo, in particolare, la Commissione chiede al Governo di limitare gli strumenti affidati all’Agenzia dell’Entrate solo alle situazioni che presentano livelli elevati di scostamento di congruità tra spese e redditi dichiarati:
La Commissione sollecita il Governo a incrementare le tutele dei contribuenti, evitando di ripristinare strumenti e istituti a carattere induttivo di massa (come ad esempio il cosiddetto redditometro), ma definendo l’ambito esclusivamente sui singoli casi di contribuenti che presentano ex ante profili di rischio fiscale.
Tra le osservazioni della Commissione, compaiono anche altre indicazioni riferite all’Esecutivo, come il riconoscimento della possibilità di riportare a nuovo le perdite maturate durante l’applicazione del concordato, ma anche l’introduzione di misure volte ad escludere gli accertamenti basati sulle presunzioni semplici per i contribuenti in regime forfettario.
La strategia di Governo
Gli ultimi aggiornamenti hanno comunque reso il Redditometro uno strumento più sofisticato e meno invasivo, capace di effettuare controlli più mirati e meno generalizzati. Tuttavia, la sua efficacia dipende ancora in larga misura dalla collaborazione dei contribuenti e dalla capacità dell’Agenzia delle Entrate di gestire i dati in modo accurato e tempestivo.
I timori sono legati ai nuovi indicatori della capacità di reddito individuati nel 2024 e poi rimasti congelati dopo le polemiche che hanno investito il MEF.
Il Redditometro cambierà dunque nome e la portata ma continuerà comunque ad essere utilizzato come strumento di contrasto all’evasione fiscale in Italia.