Il 17 giugno segna la scadenza dell’acconto IMU 2024, un adempimento che coinvolge i possessori di seconde case e di prime abitazioni di lusso. Sebbene diversi Comuni abbiano già deliberato variazioni e aumenti, questi incideranno sui pagamenti relativi al saldo solo a partire da dicembre 2024.
Stando ai dati delle delibere comunali presenti sul sito del Ministero delle Finanze, infatti, la seconda rata IMU di dicembre 2024 sarà caratterizzata da diversi rincari, che riguardano anche i fabbricati produttivi.
Classifica del costi IMU per la prima rata di acconto
Quest’anno, sul podio delle città più care in termini di IMU dovuta sulla seconda casa, in base ai dati finora noti svettano Roma (valore medio annuo di 2.135 euro), Siena (1.937 euro) e Padova (1.770 euro). Seguono Livorno e Verona. In coda ci sono invece Catanzaro, Messina e Caltanisetta.
Lo rivelano le elaborazioni del Centro Studi della UIL. Per quanto riguarda la prima casa di lusso, ecco di seguito le città più care d’Italia, dove il podio è conquistato da Grosseto, seguita da Milano e Roma. Le meno care sono invece Cremona, Messina e Ragusa.
Per quanto riguarda le pertinenze delle prime case di lusso, in testa alla classifica ci sono Napoli, Agrigento e Ancona. Le meno care Trento, Belluno e Sondrio.
Per quanto riguarda la seconda casa, in termini di aliquota le più care sono:
Classifica delle aliquote IMU più care
Le aliquote IMU massime per le seconde case si applicano a Roma, Milano, Ascoli Piceno, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Chieti e Verona (11,4 per mille). Terni e Siena applicano un’aliquota IMU dell’11,2 per mille. Lecce, Massa e Venezia all’11 per mille. Agrigento applica 10,9 per mille e Trento 10,8 per mille.
In altre 77 città capoluogo, l’aliquota per le seconde case è pari al 10,6 per mille. Tra queste Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e Bari. Applicano aliquote sotto la soglia massima Gorizia, Pordenone, Ragusa, Udine, Belluno e Como.
Aliquote IMU 2024 per il saldo di dicembre
In attesa di scoprire gli aggiornamenti di tutti i Comuni italiani, segnaliamo intanto alcune modifiche già rese note.
A Mantova, ad esempio, le aliquote passeranno da 0,96% a 1,06% per le aree fabbricabili e per i terreni agricoli, mentre a Belluno il rincaro sarà da 0,86% a 0,91% per i fabbricati del gruppo D, fatta eccezione per le banche, i supermercati e i fabbricati rurali.
A Cuneo, invece, le aliquote aumentano da 0,7% a 0,8% per le seconde case date in affitto a canone concordato, passando invece da 0,71% a 0,81% per le aree fabbricabili. A Sassari si passerà da 0,96% a 1,06% per i negozi, magazzini e laboratori, mentre per le pertinenze l’aumento sarà da 1,05% a 1,06%. A Taranto, infine, le aliquote IMU salgono da 0,4 a 0,5% per le abitazioni principali di lusso.
I comuni che intendono aggiornare le aliquote, devono redigere la delibera IMU annuale, utilizzando la piattaforma IMU del Portale del Federalismo Fiscale (lo prevede l’articolo 1, comma 757, della Legge 160/2019) entro i termini di legge (ossia entro il 28 ottobre); diversamente si utilizzano anche a conguaglio le vecchie aliquote. Dal 2025, invece, senza delibera si utilizzeranno le aliquote di base.