Si accende il dibattito politico sulla Sugar Tax, per la quale si sta concretizzando il correttivo di Governo di anticiparne l’applicabilità dal 1° luglio 2024. L’imposta su tutte le bibite zuccherate (naturalmente o artificialmente) era stata introdotta nella Legge di Stabilità 2020 ma era sempre stata rinviata.
Adesso, il Governo la rispolvera pur riducendone l’impatto sulle imprese: la stima dei costi fiscali è del 14% in più su ogni litro di prodotto.
Sugar Tax da luglio 2024: come si applicherebbe
La tassa sulle bibite zuccherate (ad esempio soft drink, sport drink ed energy drink) prevede un sovrapprezzo a monte, che si ripercuote sul prezzo finale del prodotto in vendita, pensato per ridurne il consumo.
In Italia, la tassa era stata approvata nel 2019 (commi 661-676 della Legge di Bilancio 2020) e sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2020, ma la sua operatività era stata via via rimandata fino ad oggi.
Venerdì notte in commissione Finanze, infatti, è stato presentato a sorpresa un emendamento firmato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, proprio in materia di Sugar Tax.
La misura è contenuta nei subemendamenti al Decreto Superbonus o Salva Conti (DL 39/2024) atteso mercoledì in Aula al Senato.
Il correttivo di Governo prevede comunque una temporanea riduzione del 50% rispetto all’originaria tassazione prevista, si prevede di applicare la Sugar Tax dal 1° luglio 2024 imponendo un balzello di 5 centesimi al litro per i primi due anni di applicazione, salendo a 13 centesimi al chilogrammo per i concentrati destinati a essere diluiti.
Gli importi pieni saranno invece applicati da luglio 2026. Sono quelli previsti dalla legge 160/2019 (articolo 1, comma 665): rispettivamente, 10 euro e 0,25.
In caso di mancato pagamento, sono previste sanzioni fino al quintuplo dell’importo evaso, con un minimo di 250 euro.
La questione è ancora incerta, per la verità: la relazione tecnica di accompagnamento all’emendamento di Governo alla misura parla di un nuovo rinvio dell’entrata in vigore dell’imposta al 2026 (assieme alla plastic tax), mentre nel testo è previsto l’anticipo dell’entrata in vigore.
Le reazioni politiche e d’impresa
Sulla questione si registrano attriti in seno alla maggioranza, che vedono protagonisti il Ministro Giorgetti e Antonio Tajani, vicepremier e numero uno di Forza Italia.
Oggetto del contendere è il contenuto dell’emendamento di Governo al Decreto Salva Conti che, oltre a misure di contenimento della “deriva” degli effetti fiscali del Superbonus sulle casse dello Stato, prevede anche nuovi stratagemmi per incrementare e recuperare il gettito. Passando anche per la più volte rimandata entrata in vigore di plastic e sugar tax.
In materia di Sugar Tax, in realtà, esistono già norme a livello comunitario, anche se in Italia era stata prevista una misura ulteriore, la cui entrata in vigore era stata però rinviata dalla Manovra di Bilancio. Secondo Tajani:
la Sugar Tax non comporta grandi introiti nelle casse dello Stato, si impone una nuova tassa che rischia di mettere in difficoltà tante imprese con le aziende agroalimentari. Un voto del Parlamento diceva di rinviarne di almeno 2 anni l’ingresso, col parere positivo del governo votato da tutta la maggioranza; decidere diversamente mi pare un’incongruenza.
Forza Italia ha presentato due subemendamenti al decreto: uno ne chiede l’esonero per il 2024 e l’altro lo slittamento a luglio 2026.
Le associazioni di categoria Assobibe e Italgrob chiedono un passo indietro per scongiurare «effetti negativi, dalle attività agricole fino alla distribuzione e al commercio, e ricadute sul settore molto pesanti».