L’auto di lusso in leasing ha rilevanza ai fini dell’accertamento tributario con metodo sintetico, in quanto presuppone una maggiore capacità contributiva del contribuente.
La Corte di Giustizia Tributaria, con l’ordinanza n. 18786/5 dello scorso 4 luglio, ha ribadito che l’Amministrazione finanziaria può presumere il reddito del contribuente anche dal possesso di beni di lusso, una circostanza che indica una diversa capacità retributiva.
La Corte di Cassazione aveva precedentemente chiarito che l’auto di lusso in leasing non poteva essere considerata strumentale rispetto all’attività imprenditoriale del contribuente e pertanto rientrava nei calcoli del Redditometro.
Nella sentenza, in particolare, viene specificato che in tema di accertamento sintetico:
L’Amministrazione finanziaria può presumere il reddito complessivo netto sulla base di una serie di indici di capacità contributiva sostanzialmente fondati sui consumi, tra cui la disponibilità dei beni e servizi descritti nella tabella allegata al D.M. n. 10 settembre 1992, ma anche sulla base di ulteriori circostanze di fatto indicative di una diversa capacità contributiva (Cass. 21 luglio 2015, n. 15289).