La dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla data di apertura della successione stessa, un adempimento che in caso di ritardo o di omissione può generare sanzioni.
Successione: obblighi e adempimenti
Sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, gli eredi, i chiamati all’eredità e i legatari, i rappresentanti legali degli eredi o dei legatari, gli immessi nel possesso dei beni in caso di assenza del defunto o di dichiarazione di morte presunta, gli amministratori dell’eredità, i curatori delle eredità giacenti, gli esecutori testamentari e i trustee.
Sono previsti esoneri, invece, se l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti del defunto in linea retta e l’attivo ereditario ha un valore che non supera i 100mila euro e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.
Sanzioni e imposte di successione
Quando non si presenta la dichiarazione di successione entro 12 mesi dalla morte del defunto, per il contribuente sono previste sanzioni amministrative di importo variabile dal 120% al 240% dell’imposta (oppure, se non è dovuta alcuna imposta, una quota fissa da 250 a 1000 euro).
È possibile, comunque, possibile avvalersi del ravvedimento operoso per pagare quanto dovuto beneficiando di agevolazioni sulle sanzioni, che variano in base al periodo che intercorre tra la data di versamento e la data di scadenza, aggiungendo anche gli interessi di mora.
Se non si presenta la dichiarazione di successione oltre i 5 anni dalla scadenza (quindi 6 anni dalla data di morte), si è tenuti a versare le imposte ma non le sanzioni per avvenuta prescrizione.