Si riduce l’ammenda per i contribuenti che sanano le irregolarità fiscali presentando una dichiarazione integrativa. Lo prevede il decreto di riforma delle sanzioni tributarie, in base al quale sarà possibile regolarizzare la propria posizione pagando il 10% dell’imposta omessa.
La sanzioni per infedele dichiarazione scende al 70%, ma il combinato con la riduzione del costo del ravvedimento operoso, che scende a 1/7 del minimo, comporta un’ulteriore vantaggio.
Vediamo tutto.
Dichiarazione infedele: sanzione 70%
Il dlgs attuativo della delega fiscale sulla riforma del sistema sanzionatorio, approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 febbraio, riguarda i contribuenti che dichiarano un reddito inferiore a quello percepito, commettendo reato di infedele dichiarazione.
Finora le sanzioni in questo caso andavano da un minimo del 90% a un massimo del 180% dell’imposta evasa. Con la riforma, invece, viene introdotta una quota fissa del 70%, con un minimo di 150 euro.
Compliance con ravvedimento: sanzione 10%
Se però il contribuente rimediare con il ravvedimento operoso, prima che intervenga un accertamento fiscale, scatta la riduzione della sanzioni.
E in questo caso la riforma delle sanzioni tributarie prevede un alleggerimento: si può rimediare pagando un settimo del minimo (e non più un sesto). Quindi, il contribuente che risponde alla lettera di compliance presentando la dichiarazione integrativa e applicando il ravvedimento operoso, pagherà un settimo del 70%, ovvero il 10% dell’imposta omessa.
Con la precedente norma, si pagava un sesto del 90%, quindi il 15%.
Viene infine eliminata la maggiorazione di un terzo delle sanzioni nel caso in cui l’omissione riguardi un reddito prodotto all’estero.
Le regole sopra esposte riguardano esclusivamente i casi in cui il contribuente ha presentato la dichiarazione dei redditi, commettendo irregolarità che determinano il pagamento di una tassa inferiore al dovuto.
Omessa dichiarazione: sanzione 120%
Non sono ammessi i casi di omessa dichiarazione, per i quali è previsto un sistema sanzionatorio specifico (anch’esso rivisto dal decreto di riforma), con l’abolizione della sanzioni massima del 240%, per cui si paga sempre il 120%, oppure una somma fissa da 250 a 1000 euro quando l’irregolarità non ha determinato vantaggio fiscale.
Entrata in vigore delle nuove regole
Il dlgs di riforma delle sanzioni tributarie è stato approvato solo in prima lettura, l’iter di approvazione prosegue con il parere parlamentare e quindi un secondo passaggio di approvazione definitiva in consiglio dei ministri.