Non si conteggia nel reddito dei figli a carico maggiorenni l’assegno percepito durante il servizio civile universale, trattandosi di somme esenti da imposizioni tributarie e pertanto non imponibile a fini previdenziali.
La situazione cambia se i figli svolgono altre tipologie di servizio civile non assimilabili a quello universale. Vediamo cosa dice l’Agenzia delle Entrate in merito.
Figli a carico: le regole sul reddito massimo
In presenza di figli che svolgono il servizio civile universale, quindi, i compensi erogati non concorrono al calcolo del reddito complessivo e del tetto massimo per essere considerati familiari a carico, come previsto dal TUIR (articolo 12), secondo cui fino a 24 anni si è a carico dei genitori finché il reddito proprio resta sotto i 4mila euro per ciascun periodo d’imposta (si scende a 2.841 euro sopra questa età).
Servizio civile: quando non si conteggia
Solo il servizio civile universale è esentasse e non imponibile ai fini previdenziali (per lo stesso motivo, è compatibile con la NASpI o la DIS-COLL, in quanto non assimilabili a forme di rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato).
Per altre forme di servizio reso (ad esempio il servizio civile regionale) gli importi percepiti saranno considerati come redditi derivanti da collaborazioni coordinate e continuative, concorrendo pertanto alla formazione del reddito complessivo.
Con risposta a specifico interpello, l’Agenzia delle Entrate aveva già sottolineato l’esistenza di precisi indici normativi che evidenziano la diversità di regime giuridico del servizio civile universale rispetto al servizio civile regionale, disparità che si riflettono anche nel trattamento tributario agevolato.