Riguarda la revisione del regime sanzionatorio e il prossimo decreto attuativo di riforma fiscale, come annunciato dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, nel corso di una recente audizione parlamentare.
L’obiettivo è quello di ridurre la pressione fiscale in relazione ad alcune sanzioni inflitte, che ad oggi non risultano commisurate alla colpa.
Revisione delle sanzioni fiscali
Potrebbe essere varato entro febbraio il decreto volto a dettare nuove regole sulle sanzioni non allineate a quanto disciplinato negli altri Paesi europei. La riforma del regime sanzionatorio è infatti volta ad armonizzare il carico fiscale previsto in Italia rispetto a quello degli altri Paesi UE in rapporto ad alcune specifiche violazioni.
In arrivo c’è un apposito decreto legislativo entro febbraio, il cui obiettivo è quello di evitare che il contribuente sia esposto ad un carico così pesante che lo induca a preferire il contenzioso piuttosto che versare il dovuto, ed il cui importo è così elevato che il Viceministro le ha definite “da esproprio”.
Stop alle sanzioni a rischio esproprio
In materia di sanzioni per violazioni IVA, per riportare l’esempio citato dal Viceministro Leo, in Italia si arriva ad infliggere una sanzione fino al 240% del dovuto, rispetto ad una media europea del 60%. Da qui, la necessità si ridurre il sistema sanzionatorio, anche nel rispetto dei principi costituzionali.
A tale proposito, infatti, il Viceministro ha citato una recente sentenza della Corte Costituzionale, che invoca un meccanismo di proporzionalità per l’applicazione delle sanzioni, senza dover arrivare alle estreme conseguenze:
Entro il mese di febbraio porteremo in CdM il decreto legislativo sulle sanzioni, in modo da evitare che il contribuente sia esposto ad un carico sanzionatorio così pesante, che lo induca necessariamente a un contenzioso.Se la pretesa tributaria, a fronte di 100 chiede 120 o 240% di sanzioni, il contribuente apre un contenzioso e dopo 8-10 anni chi ne avrà il maggior danno saranno le casse erariali.