La Riforma fiscale ha modificato lo Statuto del Contribuente (legge 212/2022), introducendo nuove regole in materia di interpello da parte dell’Agenzia delle Entrate. Lo strumento diventa a pagamento, ma contemporaneamente vengono introdotti nuovi metodi per rispondere a quesiti interpretativi: la consulenza giuridica e quella semplificata.
Vediamo le norme contenute nel decreto legislativo 219/2023 attuativo della Riforma FiscaleRiforma Fiscale, in vigore dal 18 gennaio 2024.
Consulenza Agenzia Entrate: i nuovi strumenti 2024
L’amministrazione finanziaria fornisce supporto ai contribuenti nell’interpretazione e nell’applicazione delle disposizioni tributarie mediante:
- circolari interpretative e applicative;
- consulenza giuridica;
- interpello;
- consultazione semplificata.
I documenti di prassi
Le circolari e i documenti di prassi rappresentano dunque il primo step per orientarsi. Forniscono chiarimenti sulle nuove leggi, approfondimenti e aggiornamenti interpretativi, inquadramenti sistematici su tematiche di particolare complessità, istruzioni operative.
Nei casi di maggiore interesse, il Fisco può effettuare interlocuzioni preventive con soggetti istituzionali, ordini professionali, associazioni di categoria o altri enti esponenziali di interessi collettivi, pubblica consultazione prima della pubblicazione.
La consulenza giuridica
La consulenza giuridica (articolo 10 octies dello Statuto del Contribuente, introdotto dalla riforma) è invece prevista su richiesta di associazioni sindacali e di categoria, ordini professionali, enti pubblici o privati, regioni ed enti locali, amministrazioni dello Stato. Fornisce chiarimenti interpretativi di disposizioni tributarie su casi di rilevanza generale che non riguardano singoli contribuenti.
Attenzione: la consulenza non ha effetti sulle scadenze previste da norme tributarie, né sulla decorrenza dei termini di decadenza o l’interruzione o sospensione dei termini di prescrizione.
La consultazione semplificata
La consultazione semplificata è il nuovo strumento pensato per le persone fisiche e i contribuenti di minori dimensioni, ovvero società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice, che applicano il regime di contabilità semplificata.
In cosa consiste? Una banca dati ad accesso gratuito che contiene documenti di prassi, risposte a istanze di consulenza giuridica e interpello, risoluzioni e ogni altro atto interpretativo. Si tratta di documenti già pubblicati sul portale dell’Agenzia delle Entrate ma a cui si integra uno specifico servizio telematico, su richiesta relativa a casi concreti.
Il contribuente pone un quesito e la banca dati propone i documenti che consentono al soluzione. Se la risposta non è individuata univocamente (quindi, se non esiste un documento di prassi che risolve il dubbio), la banca dati informa il contribuente che può presentare istanza di interpello.
Attenzione: l’uso del servizio è condizione di ammissibilità ai fini della presentazione di istanze di interpello. Quindi, il contribuente deve prima rivolgersi a tale servizio di consultazione semplificata e soltanto dopo, se riceve la risposta che lo indirizza in questo senso, può inoltrare istanza di interpello (a pagamento).
L’interpello a pagamento
=> Statuto del Contribuente: meno interpelli fiscali e a pagamento
Il decreto legislativo di riforma fiscale ha riscritto il comma 11 dello Statuto del contribuente, che regola l’interpello per le seguenti materie:
- applicazione delle disposizioni tributarie, quando ci sono condizioni di obiettiva incertezza sulla loro corretta interpretazione;
- corretta qualificazione di fattispecie alla luce delle disposizioni tributarie ad esse applicabili;
- disciplina dell’abuso del diritto in relazione a una specifica fattispecie;
- disapplicazione di disposizioni tributarie che, per contrastare comportamenti elusivi, limitano deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta, o altre posizioni soggettive del contribuente altrimenti ammesse
- dall’ordinamento tributario, fornendo la dimostrazione che nella particolare fattispecie tali effetti elusivi non possono verificarsi;
- sussistenza delle condizioni e valutazione della idoneità degli elementi probatori richiesti dalla legge per l’adozione di specifici regimi fiscali nei casi espressamente previsti dalla legge;
- sussistenza delle condizioni e valutazione dell’idoneità degli elementi probatori richiesti dalla legge ai fini dell’articolo 24-bis del decreto del Presidente della Repubblica 917/1986, testo unico imposte sui redditi.
Dal 2024 l’interpello diventa a pagamento. Il costo sarà quantificato con decreto del Ministro dell’Economia in funzione dei seguenti elementi: tipologia di contribuente, volume di affari, ricavi, particolare rilevanza e complessità della questione oggetto di istanza.