La Legge di Bilancio 2024 impone alle piattaforme web di intermediazione per gli affitti brevi di applicare la ritenuta delle imposte sui compensi percepiti dagli host non professionali in Italia.
E Airbnb si adegua subito, annunciando l’imminente introduzione di un meccanismo automatico per la trattenuta e il versamento delle imposte all’Agenzia delle Entrate.
La società ha anche chiuso un accordo con il Fisco italiano per mettere un punto al contenzioso in atto sugli anni fiscali 2017- 2021: finora la piattaforma non ha mai operato le ritenute per la cedolare secca sugli affitti, che adesso verserà di tasca propria senza rifarsi sugli host.
Ma da ora in poi la musica cambia: gli host dovranno rinunciare alla quota destinata per pagare le tasse, trattenute direttamente da Airbnb. La novità riguarda le migliaia di host non professionali che arrotondano affittando casa ai turisti in tutta Italia.
Nel frattempo, la piattaforma sta lavorando per conformarsi, a partire da gennaio 2024, alle nuove regole UE (DAC7) per la trasmissione dei dati fiscali alle autorità nazionali volta al tracciamento dei proventi da locazione turistica.
Abbiamo già informato gli host italiani di come questi cambiamenti si rifletteranno sulla loro attività tramite Airbnb e continueremo a chiedere loro le informazioni previste da Dac7 prima che queste vengano condivise con l’Autorità fiscale in Irlanda (dove Airbnb Ireland ha la propria sede) nel gennaio 2024, e successivamente all’Agenzia delle Entrate.
Il nuovo sistema di registrazione nazionale previsto dalle nuove regole 2024 in Italia (con tanto di CIN), renderà peraltro ancora più stringente il quadro normativo e fiscale per gli host italiani non professionali, rendendo sempre più trasparente l’intero processo di locazione breve e di emersione della tassazione dovuta ma spesso evasa.