La riscossione del Canone RAI si prescrive nell’arco di dieci anni. Lo sottolinea la Cassazione, che si è recentemente espressa in merito.
Con la sentenza 33213/2023 depositata il 29 novembre, infatti, la suprema Corte ha precisato che per l’abbonamento alla Tv di Stato (che in realtà è una tassa di possesso sul televisore atto a riceve programmi RAI) si applica quanto previsto dall’Art. 2946 del Codice Civile, relativo alle imposte sui redditi, a IRPEF, IRAP e all’IVA.
Ossia quelli della prescrizione ordinaria:
salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di dieci anni.
Non essendoci una disciplina relativa alla riscossione del Canone RAI e al termine specifico di prescrizione, per questo adempimento deve essere preso in considerazione il medesimo articolo del Codice Civile.
Secondo i Giudici:
L’obbligazione tributaria, pur consistendo in una prestazione a cadenza annuale, ha carattere autonomo ed unitario ed il pagamento non è mai legato ai precedenti bensì risente di nuove ed autonome valutazioni in ordine alla sussistenza dei presupposti impositivi.
In base a quanto affermato dalla Cassazione, in sintesi, l’Agenzia delle Entrate può chiedere gli arretrati del Canone RAI per i 10 anni successivi alla scadenza.