Con l’approvazione preliminare dello schema di decreto legislativo di revisione del contenzioso tributario, prevista dalla Legge Delega di riforma fiscale, si prefigurano nuovi interventi normativi e strumenti deflattivi per smaltire le liti tributarie e prevenire futuri intasamenti, soprattutto in Cassazione.
La riforma del contenzioso tributario, al fine di deflazionarlo, prevede la possibilità di accorciare i tempi della giustizia tributaria, saltando “passaggi” oggi obbligatori, in attuazione del criterio ex art. 19, comma 1, lettera a), legge delega di riforma fiscale n. 111/2023.
Vediamo come, in base alle anticipazioni sullo schema di decreto delegato.
Conciliazione anche in Cassazione
La misura più attesa, anticipate dal Vicministro Maurizio Leo, è la possibilità di conciliazione di fronte alla Corte di Cassazione, ad oggi non prevista. Si tratta di intervenire su decine di migliaia di procedimenti pendenti che, se si considerano le liti ferme nelle Commissioni tributarie e in Cassazione, hanno oggi un valore di circa 40 miliardi di euro. In base alle anticipazioni di stampa sul testo del provvedimento, la proposta di conciliazione sarebbe formulata d’ufficio dalla Corte, tenendo conto dei precedenti giurisprudenziali in materia legati all’oggetto del giudizio. Le parti potranno anche chiedere un rinvio dell’udienza per perfezionare l’accordo.
Per la conferma di tali novità e soprattutto per la loro attuazione, è necessario che sia prima completato l’iter parlamentare del decreto legislativo, passibile di modifiche rispetto al testo di Governo.
Litisconsorzio per deflazionare il contenzioso
Per deflazionare il contenzioso, viene prevista anche una nuova ipotesi di litisconsorzio: in caso di vizi di notifica di un atto emesso da un soggetto diverso da quello che ha emesso l’atto impugnato, si prevede la concentrazione in un unico processo così da evitare giudizi paralleli.
Liti tributarie: pre-conciliazione nei contenziosi
Il Governo punterebbe anche all’abrogazione dell’istituto del reclamo e della mediazione obbligatoria per liti fino a 50mila euro (art 17-bis del Dlgs 546 del 1993), potenziando invece altri meccanismi deflattivi del contenzioso nei differenti gradi di giudizio. Un’ alternativa possibile sarebbe quella di sostituirla con una conciliazione preventiva.
Senza la mediazione prima del giudizio, valutando forme di conciliazione alternative, i contribuenti potrebbero valutare le proposte del Fisco per mettere fine alle proprie controversie, magari anche in forma agevolata. Indiscrezioni di stampa parlano di “definizione agevolata di tutte le liti pendenti” ma non ci sono evidenze di tale misura nel decreto, né dichiarazioni governative a riguardo.
L’obiettivo dichiarato dal nuovo decreto attuativo di riforma, in realtà, è quello di ridurre i ricorsi e velocizzare la chiusura dei processi tributari.