Il Decreto Proroghe rinvia al 2025 l’entrata in vigore della norma che consente ai Comuni di differenziare le sulle aliquote IMU, introducedo nuove fattispecie ed anche nuove eventuali esenzioni. E’ una possibilità introdotta con la Manovra 2020 e che a legislazione vigente sarebbe dovuta partire da gennaio 2024, con avvio degli adempimenti da questo novembre.
A regime, infatti, si dovranno preventivamente utilizzare le modalità informatiche di comunicazione al Ministero delle Finanze, già attivate e pronte all’uso sul Portale del Federalismo Fiscale.
Riforma IMU 2025: cosa prevede
In base ai commi 756 e 757 della Legge 160/2019, i Comuni potrebbero già ora testare la funzionalità dell’applicazione informatica per l’elaborazione del Prospetto, per poi elaborare i Prospetti IMU per il nuovo anno di imposta e inviarli al MEF per comunicarne l’applicazione. Ma ora la proroga rinvia la riforma dell’IMU di un anno.
Lo slittamento è motivato dalle criticità subito riscontrate dai Comuni nella sperimentazione partita a ottobre. La Legge 160/2019 (all’articolo 1, comma 756) ha infatti stabilito che i Comuni possano diversificare le aliquote IMU solo sulla base di fattispecie predeterminate con decreto.
C’è infatti la necessità di individuare prima le nuove tipologie di immobili a cui applicare aliquote IMU differenziate. Le fattispecie attualmente previste sono elencate nel Decreto MEF del 7 luglio scorso.
Nell’allegato A ddel provvedimento sono dettagliate le condizioni che danno diritto alla differenziazione delle aliquote IMU e gli elementi che il Comune deve inserire nel Prospetto da inviare al Ministero tramite il Portale del Federalismo Fiscale.
Aliquote IMU differenziate: per quali immobili
Le categorie di immobili all’interno delle quali possono essere introdotte differenziazioni nell’applicazione delle aliquote IMU sono le seguenti:
- abitazione principale di categoria catastale A/1, A/8 e A/9;
- fabbricati rurali ad uso strumentale;
- fabbricati appartenenti al gruppo catastale D;
- terreni agricoli;
- aree fabbricabili;
- altri fabbricati (fabbricati diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati appartenenti al gruppo catastale D).
Per esempio: può essere prevista un’aliquota IMU diversa per gli immobili di proprietà di ONLUS, enti del terzo settore, immobili locati e in comodato d’uso, ma per ognuna di queste tipologie vanno inseriti specifici elementi.
Il punto è che, anche se i comuni non intendono diversificare le aliquote, devono comunque redigere la delibera IMU annuale, utilizzando la piattaforma IMU del Portale del Federalismo Fiscale (lo prevede l’articolo 1, comma 757, della Legge 160/2019).
Un impegno che i Comuni non sembrano pronti ad affrontare nell’immediato.