Il Decreto Anticipi n. 145/2023 ha previsto il rinvio del secondo acconto IRPEF di autonomi e imprese individuali, posticipando la scadenza dal 30 novembre 2023 al 16 gennaio 2024. La proroga è destinata specificamente a titolari di partita IVA che hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170mila euro per l’anno fiscale 2022.
Resta ferma, invece, la scadenza del 30 novembre 2023 per i soci di società non titolari di partita IVA, così come per i titolari di partita IVA diversi dalle persone fisiche e quelle con ricavi e compensi superiori a 170.000 euro, nonché per dipendenti e pensionati.
- Acconti IRPEF: la proroga nel Decreto Anticipi
- Chi rientra nella proroga dell’acconto di novembre
- Come verificare il requisito di fatturato
- Chi è escluso dalla proroga IRPEF di novembre
- Come si calcola il secondo acconto IRPEF
- Chi non deve pagare l’acconto IRPEF
- Rateizzazione Acconti IRPEF da gennaio 2024
- Nuovo calendario scadenze acconti 2023
Acconti IRPEF: la proroga nel Decreto Anticipi
L’agevolazione fiscale riguarda imprenditori individuali e lavoratori autonomi con partita IVA che nel 2022 hanno registrato ricavi o compensi fino a 170mila euro, possono pagare il secondo acconto IRPEF entro il 16 gennaio 2024, o dilazionarlo in cinque rate di pari importo.
Tra i beneficiari rientrano anche gli imprenditori titolari di imprese familiari o di aziende coniugali non gestite in forma societaria.
Quali tasse di novembre 2023 si possono pagare nel 2024
La proroga riguarda il secondo acconto delle tasse di novembre. Sono esclusi dal rinvio a gennaio i contributi previdenziali e assistenziali e i premi assicurativi INAIL, che devono essere pagati entro novembre.
Per chi vale il rinvio IRPEF a gennaio
Sono ammesse alla proroga le sole Partite IVA persone fisiche con i requisiti indicati (170mila euro di ricavi o compensi nel 2022).
Chi rientra nella proroga dell’acconto di novembre
Non tutti i contribuenti possono beneficiare della proroga.
In particolare, sono escluse le persone fisiche senza partita IVA, quelle con partita IVA che hanno dichiarato ricavi o compensi superiori a 170mila euro per l’anno fiscale 2022, e i soggetti diversi dalle persone fisiche.
Come verificare il requisito di fatturato
Per determinare se si supera la soglia di 170mila euro, è necessario considerare i compensi e i ricavi dichiarati per l’anno fiscale 2022, come specificato nell’articolo 57 del Tuir. È fondamentale considerare tutti i ricavi, come indicato nell’articolo 85 del Tuir.
Regole per Imprese Familiari e Coniugali
Per queste tipologie di imprese, si deve fare riferimento all’ammontare totale dei ricavi. Se una persona fisica svolge un’attività di lavoro autonomo e un’attività d’impresa, si deve considerare la somma dei ricavi e dei compensi.
Regole per Attività Agricole
Le persone fisiche che svolgono attività agricole o connesse devono considerare il volume d’affari del 2022. Se il contribuente non è tenuto a presentare la dichiarazione IVA, si considera il fatturato totale del 2022.
Chi è escluso dalla proroga IRPEF di novembre
Come detto, sono esclusi dal rinvio del pagamento dell’acconto IRPEF in scadenza il 30 novembre 2023 (da versarsi pertanto secondo le modalità ordinarie e senza rateizzazione delle somme dovute):
- titolari di partita IVA diversi dalle persone fisiche,
- titolari di partita IVA con ricavi e compensi superiori a 170.000 euro,
- soci di società non titolari di partita IVA,
- dipendenti e pensionati.
Dopo il primo acconto di giugno 2023, infatti, devono effettuare il versamento delle imposte dovute in base alle dichiarazioni dei redditi non soltanto le Partite IVA ma anche i lavoratori dipendenti e i pensionati. Diversamente dal primo acconto, il secondo acconto non può essere rateizzato.
Come si calcola il secondo acconto IRPEF
L’IRPEF complessiva da versare nell’anno è di norma pari al 100% dell’ultima imposta dichiarata e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo. Il metodo di calcolo degli acconti di imposta resta comunque a scelta, tra quello storico o previsionale.
- Con il metodo storico si versa il 100% dell’IRPEF dovuta per l’anno precedente.
- Con il metodo previsionale si calcolano le tasse sulle previsioni per l’anno in corso.
=> Come pagare meno IRPEF: istruzioni per dipendenti e pensionati
Chi non deve pagare l’acconto IRPEF
L’acconto IRPEF non è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno (riferita all’anno d’imposta precedente) – al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute ed eccedenze – è superiore a 51,65 euro.
Rateizzazione Acconti IRPEF da gennaio 2024
La scadenza per il versamento del secondo acconto IRPEF è dunque fissata al 16 gennaio 2024.
Può essere pagato in un’unica soluzione senza interessi o in cinque rate mensili a partire dal 16 gennaio, con interessi a partire dalla seconda rata in poi.
Tutti i dettagli operativi sono contenuti nella circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 31 del 9 novembre 2023.
Nuovo calendario scadenze acconti 2023
Contribuenti | Scadenza 2° acconto IRPEF, IRES, IRAP e imposte sostitutive |
---|---|
Persone fisiche con partita IVA fino a 170.000 euro di ricavi o compensi per l’anno d’imposta 2022 | 16 gennaio 2024 (o rateizzazione dal 16 gennaio al 16 giugno) |
Soggetti titolari di partita IVA diversi dalle persone fisiche (società di capitali, società di persone, enti commerciali o non commerciali) | 30 novembre 2023 |
Soggetti non titolari di partita IVA – lavoratori dipendenti e pensionati | 30 novembre 2023 |
Come pagare il secondo acconto IRPEF con F24
Il secondo acconto IRPEF si salda tramite versamento con contestuale compilazione del modello F24, inserendo il codice tributo 4034 (non solo chi presenta il Modello Redditi PF ma anche per chi ricorre al Modello 730 senza sostituto d’imposta).
I non residenti possono pagare anche tramite bonifico bancario o attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.